Adozioni, arrivati a Roma 41 bimbi del Congo: portati in caserma
UPDATE ore 17 – I bambini arrivati questa mattina a Fiumicino attualmente si trovano alla caserma di Spinaceto. Sono in corso colloqui singoli con i genitori, portati in caserma da auto della polizia, che hanno potuto incontrare i figli e portarli via.
Questa mattina all’alba quarantuno bambini del Congo sono arrivati all’aeroporto di Fiumicino, a Roma, insieme a quattordici accompagnatori. Lo ha fatto sapere il Comitato genitori adottivi Repubblica democratica del Congo che nei giorni scorsi aveva protestato per i problemi burocratici che bloccavano ancora i bambini a Kinshasa. Secondo quanto riferisce l'associazione, i bimbi giunti a Roma alle 5.20 di questa mattina, sempre per motivi burocratici, sarebbero stati trasportati con mezzi della polizia nella caserma “Petri” della Polizia e non consegnati quindi alle coppie di genitori che li attendevano in aeroporto. In caserma si dovrebbero svolgere le pratiche burocratiche e si sarebbe in attesa delle altre famiglie adottive in arrivo da tutta Italia. Il comitato lamenta che le famiglie non sono state avvisate in tempo dalla Commissione Adozioni internazionali, l’ente governativo che sovrintende le procedure di adozione e gestisce anche la consegna dei bimbi alle coppie italiane, dell'arrivo dei bambini dal Congo.
Genitori non avvisati dell'arrivo dei loro figli – Tra coloro che lamentano di non essere stati avvisati dell’arrivo dei bambini c’è l'avvocato Alba Pavoni che, partita da Brescia verso Roma per abbracciare la figlia adottiva, all’Ansa ha spiegato quanto accaduto: “Stamattina abbiamo avuto il sentore che qualcosa si stesse muovendo. Solo alle 12.15 un funzionario della Commissione adozioni internazionali ci ha telefonato per avvertirci”. L’avvocato ha spiegato che inizialmente i bambini in arrivo dovevano essere 25, poi invece ne hanno fatti arrivare 41. In Congo ne rimangono ancora 18. La vicenda dei bambini congolesi adottati da famiglie italiane ma bloccati nel paese d'origine per sospetti sulle procedure di adozione da parte delle autorità di Kinshasa si trascina ormai da tre anni.