"Sei sempre stata la sorella più forte e coraggiosa. Mi mancherai ogni giorno, ogni momento, ogni notte". La più forte e coraggiosa: così, nel giorno del lungo addio che Novellara ha voluto dedicare alla "sua" Saman Abbas, il fratello minore – fondamentale per arrivare a una verità sulla diciottenne – ha voluto ricordare quella ragazza che nel momento in cui tutta Italia imparava a conoscere si trovava già sotto terra.
Uccisa e nascosta – diranno poi i giudici – dai suoi stessi familiari, le persone che avrebbero dovuto proteggerla. Quando abbiamo sentito per la prima volta il nome di Saman Abbas – nei primi giorni di maggio del 2021 – noi non sapevamo niente di lei. Era una ragazza di origini pachistane "scomparsa", il suo fidanzato – quello che aveva scelto lei e non i suoi genitori – non aveva più sue notizie.
In quei giorni non conoscevamo ancora neppure quella foto, poi diventata nota, col mascara e il nastro rosso tra i capelli, ne avevamo vista solo una di lei coperta da un velo nero. I genitori che vivevano e lavoravano a Novellara non si trovavano. L’immagine dei due, con una mascherina sul volto, in aeroporto e in attesa di lasciare l’Italia, sarebbe rimbalzata su giornali e telegiornali solo dopo un po’. Erano andati via subito dopo il delitto, mentre in Italia le forze dell’ordine cercavano di capire che fine avesse fatto la diciottenne.
Ma Saman era già morta e il suo corpo era stato sepolto in mezzo a fango e rifiuti, non distante dalla casa dei genitori. Ma anche questo, per lunghissimi mesi, abbiamo potuto solo ipotizzarlo: fino al giorno in cui lo zio, poi condannato, avrebbe fatto ritrovare il cadavere in quel casolare abbandonato.
Uno zio, così come i genitori, chiaramente assenti nel giorno dei suoi funerali. Danish Hasnain e Shabbar Abbas sono in carcere in Italia, della mamma Nazia Shaheen non sappiamo niente. A quasi tre anni dall’omicidio della figlia lei resta latitante. Ma sappiamo che c’era anche lei nell’ultima notte di Saman: col marito ha accompagnato sua figlia, sicuramente ignara che i suoi genitori potessero arrivare a tanto, verso la morte.
Ed ecco che nel giorno del lungo e triste addio a Novellara della sua famiglia c’era solo quel fratello che, con lo stesso coraggio di Saman, ha preso una posizione netta durante il processo puntando il dito contro i genitori. Sotto una pioggia insistente, Ali Haider è rimasto in silenzio al cimitero, ha posato un po' di terra sulla bara della sorella, circondato da poche persone, alcune delle quali in questi anni sono rimaste accanto a lui.
Tramite la sindaca Elena Carletti, il Comune di Novellara assicura che ci sarà per il giovane, e la sorella Saman resterà come "simbolo di libertà e di impegno per tutti". Della storia di Saman Abbas, uccisa a 18 anni dalla sua famiglia, si deve continuare a parlare, anche nelle scuole come ha detto la sindaca, nella speranza di contrastare questi episodi di violenza e lavorare di prevenzione.
Ricordare sempre Saman per interessarci alle vite delle Saman che ancora non conosciamo. Perché Saman è in qualche modo diventata un simbolo e forse – lo ha detto ai funerali anche il presidente dell’Unione Comunità Islamiche d’Italia – ha già dato coraggio ad altre donne di ribellarsi a famiglie violente e salvarsi.