“Addio a Chiara Ferragni”, ora spunta anche la truffa su Facebook che dà per morta l’imprenditrice
Articolo a cura di Valerio Berra e Andrea Parrella
Nei giorni in cui Chiara Ferragni è al centro di un enorme dibattito per la multa a lei comminata in relazione al caso di pubblicità ingannevole per l'iniziativa di beneficenza dei pandori Balocco, il volto dell'imprenditrice, di certo uno dei più noti d'Italia in questo momento storico, continua ad essere protagonista del fraudolento sistema di sponsorizzazioni su Facebook di cui si parla da alcuni mesi.
Le truffe Facebook che proseguono da mesi
Come vi abbiamo più volte raccontato su Fanpage, diversi volti del mondo dello spettacolo, da Alessia Marcuzzi a Fabio Fazio, da Francesca Fagnani ad Alessandro Cattelan, Mara Venier e Myrta Merlino, nonché Chiara Ferragni, sono incolpevolmente coinvolti da mesi in post Facebook dai toni sensazionalistici che legano i loro nomi a finte notizie clamorose camuffate sotto le mentite spogli di falsi articoli di giornale, che hanno il solo scopo di promuovere piattaforme di investimenti che sono a loro volta delle truffe, come una vittima aveva raccontato in forma anonima proprio a questo giornale.
Ebbene, in questi giorni abbiamo scoperto che Chiara Ferragni, nel mezzo della bufera e degli attacchi di Giorgia Meloni, si trova protagonista di post fraudolenti che, pur avendo lo stesso fine di quelli analizzati nelle scorse settimane, presentano una differenza sostanziale nella forma: ne annunciano la morte, presentando la notizia accompagnata da foto di Ferragni evidentemente ritoccate, in cui il volto dell'imprenditrice e influencer è visibilmente tumefatto.
I post su Chiara Ferragni col volto tumefatto
Un esempio lo potete vedere qui sotto in una versione censurata. C’è una foto di Chiara Ferragni con il volto che sembra uscito da un pestaggio. Un ematoma circonda l’occhio destro, il sangue cola dal naso per finire sul labbro e una porzione di viso sembra più gonfia dell’altra. L’effetto è molto dozzinale. Sembra un filtro automatico o una bozza molto superficiale fatta con una versione gratuita di Photoshop.
Il titolo è chiaro. È un giorno triste per l’Italia: diciamo addio a Chiara Ferragni. Il link di riferimento invece è Mediast.it, leggendo veloce un utente potrebbe confondersi e vedere direttamente un Mediaset. Il link di riferimento però è completamente diverso. La landing page, la pagina dove arriva l’utente, è una di quelle che abbiamo già visto nei mesi scorsi. Proprio l’immagine di Ferragni era stata usata per un’altra variante di questa truffa. Un video quasi credibile creato dall’intelligenza artificiale.
Il titolo cambia e diventa “La banca d'Italia cita in giudizio Chiara Ferragni per le sue dichiarazioni in diretta televisiva”. Dentro il solito copione. Viene riportato un finto dialogo tra Chiara Ferragni e Alessandro Cattelan in cui Ferragni svela che le sue entrate arrivano da una piattaforma di trading online: Quantum Genius GPT. Come vi spieghiamo in questa analisi, i guadagni di Chiara Ferragni non arrivano da nessuna piattaforma di trading.
La piattaforme è identica a Immediate Momentum e a tutte le piattaforme che abbiamo già incontrato occupandoci degli annunci falsi su Meta. Basta inserire mail e numero per entrare in un giorno senza fine di chiamate in cui vi viene proposta la stessa offerta: investire 200 euro in un sistema trading online. Naturalmente vi sconsigliamo di farlo.
Non solo Ferragni, ci sono anche Virginia Raffaele e Gerry Scotti
Analizzando le campagne di sponsorizzazione dei profili Facebook hackerati dai quali sono partiti i post di cui vi stiamo parlando, notiamo che i personaggi coinvolti nella stessa tipologia di finta notizia macabra sono anche Virginia Raffaele (ve ne avevamo parlato nei giorni scorsi) e Gerry Scotti che fino ad ora, invece, non era stato interessato dalla vicenda.
Sebbene Ferragni sia stata coinvolta in questo meccanismo truffaldino sin dal principio, ovvero un periodo che parte da inizio autunno, i post relativi all'imprenditrice sembrano aumentati in numero nelle ultime settimane e, per quanto difficile da quantificare, l'impressione generata dal numero di segnalazioni che abbiamo ricevuto in queste sembra far coincidere una crescita proprio nelle ultime ore, il che è spiegabile se si considera l'enorme eco che il nome di Chiara Ferragni sta generando in questi giorni.
Quante persone controllano i contenuti di Facebook in Italia
Resta una domanda, la solita, destinata a Meta, l'azienda che gestisce Facebook, incapace di arginare questo fenomeno che va avanti ormai da mesi, approfittandosi della visibilità di personaggi noti e, cosa più grave, dell'ingenuità di persone incapaci di intravedere il meccanismo truffaldino, finendo spesso per perderci soldi. Un sistema di controllo poco affidabile, non c'è dubbio, la cui fallacia è provata dai numeri svelati dal Digital Service Act, la normativa europea che obbliga le grandi compagnie digitali a fornire dati relativi ai propri sistemi di controllo: Meta, con 36 milioni di utenti in Italia tra Facebook e Instagram, ha 179 persone ad occuparsi di controlli sul territorio italiano. Pochi? Tanti? L'impressione, a giudicare da questa vicenda, è che forse non siano abbastanza.