Alla scuola primaria Nicola Pisano di Modena è appena finita la lezione di inglese e i bambini porgono al maestro una coppa sorridenti, sulla targhetta c'è scritto "Best teacher" e il maestro, giovane e elegantissimo la tiene sorridendo per le fotografia. Potrebbe sembrare una normale scena di fine anno scolastico ma quel ragazzo così comodo nei panni del maestro, Achille Missiroli, che ha appena stregato i bambini con una lettura di "Alice nel Paese della Meraviglia" con una pronuncia perfetta è un "fuori classe": si chiama così il progetto pensato da Marcella Vaccari, l’educatrice specializzata nel lavoro con bambini autistici assunta dalla famiglia di Achille, che ha permesso ad Achille, che frequenta la quinta di un istituto tecnico, di partecipare all’alternanza scuola-lavoro prevista per gli studenti italiani. E di diventare maestro d'inglese.
«Quello che abbiamo fatto è puntare sulla sua abilità, invece che partire da una disabilità — dice Marcella Vaccari in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera —: Achille è affetto da disturbo dello spettro autistico ad alto funzionamento, ha un quoziente di intelligenza alto, 111 sulla scala non verbale, ma ha difficoltà per quanto riguarda l’autonomia e le capacità relazionali». E così quelle letture nelle scuole elementari stanno aiutando i bambini e anche lui: «Con i bambini crea una relazione vera, che gestisce lui — aggiunge l’educatrice —: a volte ha bisogno del mio aiuto, ma “tenere” due classi è complicato per tutti. Abbiamo solo dovuto prepararci un po’ prima — aggiunge Vaccari — perché Achille di solito dice molte parolacce e con i bimbi non va bene».
È quella vecchia storia per cui dietro una disabilità spesso si nasconde un talento corrispondente e noi forse continuiamo ad occuparcene troppo poco. I bambini ne sono entusiasti: «Il fatto di relazionarsi con lui e di esprimersi in inglese li stimola moltissimo — dice una delle insegnanti, Anna Maria Morselli, 52 anni —. La prima volta che Achille è venuto a far lezione non avevamo detto loro che aveva l’autismo: non se ne sono accorti e non hanno colto le sue difficoltà sociali. Poi abbiamo lavorato per sensibilizzarli su chi è un “fuori classe”. Abbiamo già un altro appuntamento per l’anno prossimo».
E Achille sorride.