Accoltellata e gettata nel pozzo, condannato a 30 anni il compagno di Laura Petrolito
Trent'anni di carcere al 27 che uccise e gettò in un pozzo la compagna e madre del figlioletto di otto mesi, Laura Petrolito, 20 anni. È la pena decisa dal gup del tribunale di Siracusa per Paolo Cugno, 27 anni, muratore di siracusano, imputato per il delitto avvenuto nel marzo del 2017. Cugno aveva accoltellato Laura al culmine di una violenta lite per motivi di gelosia e poi aveva gettato il cadavere in un pozzo in un appezzamento di terreno, a Canicattini. Laura, seppure giovanissima era madre di due bimbi, tra cui anche il figlioletto di Cugno. Dopo la tragedia si parlò a lungo del rapporto tra i due e di quei piccoli litigi che mai avrebbero lasciato presagire un simile epilogo. La coppia, infatti, appariva a tutti unita e innamorata.
Il giovane aveva confessato il delitto subito dopo il fermo. Per lui la difesa ha sostenuto l'incapacità di intendere e di volere che però non è stata riconosciuta. Stando a quanto ricostruito in sede di giudizio il muratore avrebbe assalito Laura accecato dalla gelosia e dopo aver infierito su di lei (almeno sei le coltellate) e avrebbe poi tentato di occultarne il corpo in un pozzo. A dare l'allarme della scomparsa il 18 marzo di due anni fa, fu il papà di Laura, che subito mise in moto le ricerche durate sino all'indomani, quando proprio il padre di Cugno si imbatté in un trafelato Paolo nelle campagne di Stallaini, in contrada Traditusu. Nella notte, di fronte agli investigatori, quella confessione che ha svuotato la coscienza del giovane operaio. I legali di Cugno hanno provato a postulare l'infermità mentale e per questo hanno richiesto alcune perizie psichiatriche, ma il giudice ha ritenuto che le sue capacità non fossero diminuite.