“Accoltellamenti e acqua bollente addosso”: parla l’avvocata di Filippo Mosca, in carcere in Romania
Da 9 mesi si trova nel carcere di Porta Alba di Costanza, in Romania, con l'accusa di traffico internazionale di stupefacenti. Filippo Mosca, 29 anni, originario di Caltanissetta, è stato condannato in primo grado ed è in attesa dell'udienza di appello in Romania. Per il momento, il ragazzo è costretto a condividere una cella con 24 persone in condizioni igienico-sanitarie precarie e senza la possibilità di consumare un pasto caldo.
A denunciare la situazione del 29enne che è stato arrestato mentre si trovava in vacanza da alcuni amici per partecipare a un festival musicale, la madre Ornella Matraxia, 55 anni, che vive a Londra insieme ad altre due figlie. La donna, cittadina italiana, ha nominato l'avvocata Armida Decina che si occuperà di chiedere il rientro del giovane in Italia con l'estradizione. "Filippo condivideva gli spazi con altre 24 persone – ha raccontato a Fanpage.it la legale – e ora è stato trasferito in una nuova cella dopo aver subìto una brutale aggressione da parte di un altro detenuto per futili motivi. Mosca ha rischiato di essere accoltellato ed è stato ustionato con una pentola di acqua bollente gettatagli addosso".
Secondo l'accusa, Filippo Mosca si trovava in Romania per traffico internazionale di stupefacenti. Stando però a quanto sostiene la difesa del giovane, vi sarebbe stata invece una traduzione errata delle conversazioni in italiano intercettate tra il giovane e alcuni amici, prova regina sulla quale si baserebbe la condanna a 8 anni voluta in primo grado dai magistrati romeni.
Avvocata, quali sono al momento le condizioni di detenzione di Mosca? Lo ha sentito?
In Romania le condizioni di detenzione sono molto diverse da quelle che prevede l'Italia. Filippo era in una cella senza bagno con altre 24 persone. Non ha acqua calda, la possibilità di consumare un pasto caldo e può fare la doccia una volta alla settimana. Il bagno che hanno in quella cella consiste in un buco sul pavimento, neppure un bagno alla turca. Non ho ancora avuto modo di parlare con Filippo perché sono in attesa dell'autorizzazione da parte del carcere. Per il momento il mio tramite è sua mamma che lo sente tutti i giorni al telefono.
Come sta dopo l'aggressione subìta qualche giorno fa?
Sicuramente molto spaventato. Ha rischiato di essere accoltellato per motivi futili che non erano chiari neppure al mio assistito. Lo hanno trasferito in un'altra cella per evitare i contatti con il detenuto che ha cercato di aggredirlo: quest'uomo gli ha gettato una pentola di acqua bollente addosso.
Sporgerà denuncia?
Il carcere è molto restio a permettergli di denunciare quanto accaduto. Bisognerà aspettare l'intervento del difensore rumeno e quello della nostra ambasciata.
L'accusa nei suoi confronti è quella di traffico internazionale di stupefacenti.
Un reato che non c'è, perché non vi è alcun traffico internazionale di droga. Anche gli elementi a carico di Filippo non sussistono e la condanna è stata costruita a tavolino con una palese violazione del diritto di difesa.
Mosca potrà tornare a casa?
Sicuramente siamo in attesa di andare in appello, forse nel mese di aprile. Se ne occuperà il difensore rumeno, io mi occupo invece di farlo tornare in Italia tramite estradizione. L'onorevole Roberto Giachetti di Italia Viva ha presentato un'interrogazione parlamentare sul tema, siamo in attesa anche dell'intervento dell'ambasciata.
Conta di incontrarlo o di sentirlo presto?
Sto aspettando l'autorizzazione da parte del carcere per un colloquio che spero arrivi presto. Per il momento mi affido alla madre che ci parla tutti i giorni