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Abusi sui chierichetti del Papa: don Gabriele Martinelli condannato a due anni e mezzo

La Corte d’Appello vaticana ha condannato a due anni e sei mesi don Gabriele Martinelli, ex allievo del Preseminario Pio X, nel processo sugli abusi sessuali ai danni dei cosiddetti “chierichetti del Papa”.
A cura di Davide Falcioni
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Don Gabriele Martinelli
Don Gabriele Martinelli

La Corte d'Appello vaticana ha ribaltato la sentenza di primo grado e ha condannato a due anni e sei mesi don Gabriele Martinelli, ex allievo del Preseminario Pio X, nel processo sugli abusi sessuali ai danni dei cosiddetti "chierichetti del Papa". È la prima volta che in Vaticano viene pronunciata una condanna per abusi per atti commessi nello stesso territorio vaticano. Il luogo in cui sarebbero state commesse le violenze sessuali, quando abusatore e vittima erano entrambi minorenni, è collocato a Palazzo San Carlo, a pochi metri da Casa Santa Marta, dove attualmente risiede Papa Francesco.

"Oggi la corte di appello ha ribaltato la sentenza di primo grado e ha condannato a 2 anni e 6 mesi don Gabriele Martinelli", ha dichiarato all'Ansa l'avvocato Laura Sgrò, difensore della vittima nel processo per abusi sessuali di cui oggi in Vaticano è stato celebrato il processo d'appello. Stando a quanto riportato dal dispositivo della sentenza, la Corte vaticana ha dichiarato Martinelli "colpevole del reato di corruzione di minore". L'appello sul caso del San Pio X è stato proposto dal Promotore di giustizia aggiunto, Roberto Zannotti, e dalla parte civile contro la sentenza di primo grado.

Il 6 ottobre del 2021, in primo grado, il Tribunale vaticano aveva deciso di prosciogliere i due imputati, don Gabriele Martinelli e don Enrico Radice. Per alcuni reati erano stati assolti, per altri erano stati giudicati non punibili, per altri ancora era intervenuta la prescrizione. Don Gabriele Martinelli era accusato di violenza carnale e l'ex rettore don Enrico Radice doveva invece rispondere di favoreggiamento.

Secondo Zannotti quelli commessi erano stati veri e propri "atti di violenza" e non "cose di ragazzi". Una delle vittime "ha riferito di molestie di vario genere caratterizzate da un crescendo. In tutto questo contesto, Martinelli manifesta un potere che lo porta ad abusare", aveva detto all'epoca Zannotti ricordando anche le minacce che Martinelli avrebbe rivolto alla vittima, a cominciare dal ricatto di concedergli ruoli importanti nel servizio liturgico delle messe papali in cambio di favori sessuali: "Dai che poi ti faccio servire la messa al Papa".

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