video suggerito
video suggerito

Abusi su minori, così padre Melis “comprava” silenzio. Una vittima: “Sanno chi sei, ti cercheranno”

Puff, abiti di marca e denaro: sarebbero questi alcuni dei regali di padre Melis, il sacerdote arrestato a Genova per abusi su minori, ad alcune delle sue vittime. In un messaggio di 3 anni fa, uno degli adolescenti lo avvisava: “Sanno chi sei, verranno a cercarti”.
A cura di Gabriella Mazzeo
4 CONDIVISIONI
padre Melis
padre Melis

Alcuni genitori avevano già messo in guardia i figli adolescenti sulla fama di padre Andrea Melis, arrestato a Genova per violenza sessuale su minorenni. La madre di uno dei ragazzini molestati dal sacerdote aveva detto chiaramente al figlio di non frequentarlo, ma l'adolescente lo aveva incontrato lo stesso una decina di volte, quasi sempre presso l'istituto Assarotti, la scuola elementare che il prete dirigeva e dove insegnava musica. L'ipotesi di chi indaga è che l'adolescente, così come altri suoi coetanei, fosse stato attirato dalla promessa di regali e denaro.

Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, Melis era riuscito a circondarsi di almeno 7 ragazzi tra i 13 e i 15 anni: per tre di loro, i fatti sono formalmente contestati nell'ordinanza che ha disposto l'arresto del sacerdote, mentre per altri sono in corso gli accertamenti. Alcuni sarebbero ex allievi della scuola, ricoperti di regali con i quali il prete avrebbe comprato il loro silenzio e la loro benevolenza.

I regali di padre Melis ai minori

Tra i regali che figurano nelle carte dell'inchiesta, vi sarebbero cose di poco conto quali le sigarette elettroniche puff (articoli del costo di circa 9 euro), birre e bibite energetiche. Non solo doni di pochi euro tra quelli citati nell'ordinanza: padre Melis avrebbe regalato alle vittime anche abbigliamento di marca e mancette in denaro in cambio di massaggi e favori sessuali. Con la promessa di non dire nulla ai genitori.

La gip Milena Catalano sottolinea il forte potere coercitivo esercitato dal parroco sui ragazzini, tanto che gli adolescenti vittime delle sue attenzioni lo chiamavano "padre". Secondo quanto emerso dalle indagini, l'uomo avrebbe permesso ai ragazzi di fare "tutto quello che i genitori vietavano", al punto di "indurli a mentire ai familiari". Nessuno dei ragazzi, anche per questo motivo, si era quindi mai confidato con altri adulti. Neppure l'ex chierichetto, poco più che un bambino, che sarebbe stato vittima delle attenzioni del parroco per oltre tre anni.

I sospetti dei genitori delle giovani vittime

Più di un genitore si era reso conto che qualcosa non andava: i figli tornavano infatti a casa con felpe griffate delle quali non riuscivano a spiegare la provenienza. Controllando gli smartphone, per alcuni tutto era diventato chiaro. Una delle madri, sentita dai carabinieri, aveva raccontato di aver trovato una chat del figlio con padre Melis nella quale il sacerdote si lanciava in apprezzamenti inopportuni sul fisico del ragazzino. "Sarai un rubacuori", scriveva commentando la foto dove l'adolescente posava con una felpa firmata da lui regalata. In un audio, ha raccontato la donna, si riferiva invece ad "alcuni bacini".

I primi a sporgere denuncia però sono stati i genitori dell'ex chierichetto vittima del prete per ben tre anni. I familiari del ragazzino hanno scoperto, sempre tramite le chat, che le attenzioni indesiderate del parroco non si erano mai interrotte. I sospetti però esistevano da tempo: da quando il minore aveva circa 13 anni, infatti, il parroco mostrava un atteggiamento ossessivo nei suoi confronti, chiedendo perfino di portarlo con lui in vacanza in Sardegna.

Quando aveva iniziato le superiori, il bambino aveva avuto il divieto assoluto di vedere il prete. Tra gli impegni di sport e studio, era difficile controllare i suoi spostamenti e infatti, pochi mesi fa, i genitori hanno trovato altri messaggi del parroco sul telefono del minore. "Giovedì sera ci vediamo – scriveva padre Melis – e ti consumo di kiss…non ne posso più".

I messaggi di padre Melis alle vittime: "Giusto desiderare denaro"

Dalle carte della Procura, emerge che il sacerdote era insistente nei confronti degli adolescenti che, ostacolati dalle famiglie che si erano accorte che qualcosa non andava, non potevano frequentarlo con costanza. Convinceva alcuni ragazzi che "era giusto desiderare beni e denaro". "I tuoi genitori prendano responsabilità delle tue reali spese di vita" scriveva in alcuni messaggi.

Con altri ragazzi, invece, assumeva un atteggiamento mellifluo. "Mi dispiace non poterti vedere – recitano alcuni sms -. Credevo fosse un'amicizia sincera, non interessata solo a felpe e puff". Se qualche ragazzino si rifiutava di raggiungerlo a casa da solo, il parroco assumeva un atteggiamento coercitivo. "Non insisto – si legge nei messaggi riportati nell'ordinanza -, ma mi piacerebbe stare con te per una chiacchierata e qualche coccola. Fammi sapere che mi organizzo".

Davanti a queste insistenze, un ragazzino aveva messo il sacerdote in allerta: "Sanno che sei un pedofilo, verranno a cercarti". Per tre anni circa, però, padre Melis non è stato cercato da nessuno..

4 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views