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Abusi sessuali di gruppo su due minorenni in Calabria, il procuratore: “Casi di violenza inaudita”

Il commento del procuratore di Palmi, Emanuele Crescenti, all’operazione che ha portato all’arresto di quattro persone: “Attività impegnativa, che lascia il dolore di lavorare su reati del genere”. Gli indagati avrebbero messo in rete filmati degli abusi. Tra le persone arrestate figura anche l’ex fidanzato di una delle vittime.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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Quattro arresti (di cui tre in carcere e uno ai domiciliari – al momento irreperibile), 18 decreti di perquisizione personale e domiciliare a carico di 16 indagati per il medesimo reato in concorso tra loro, di cui 4 minorenni. Quello di violenza sessuale aggravata ai danni delle due minorenni di un centro agricolo Piana di Gioia Tauro. È quanto ha disposto il gip di Palmi lo scorso 31 ottobre, su richiesta della Procura della Repubblica di Palmi – diretta dal Procuratore Emanuele Crescenti.

“Un’attività impegnativa e importante che ci lascia il dolore di lavorare su reati del genere”, l'ha definita il procuratore della Repubblica di Palmi, Emanuele Crescenti, incontrando stamane i cronisti nella questura di Reggio Calabria a conclusione dell’operazione.

Crescenti, inoltre, ha posto in evidenza “la particolarità di lavorare su un’indagine che non deriva dalle dichiarazioni della parte offesa, ma da intercettazioni in corso per altre ipotesi di reato, e dalle quali sono emersi questi fatti raccapriccianti. Abbiamo seguito in diretta le organizzazioni delle violenze”.

Stando a quanto ricostruito, il branco avrebbe soggiogato le due giovani costringendole a turno, con vessazioni psicologiche, a sottostare ai loro desideri sessuali. Entrambe le vittime appartengono a famiglie della media borghesia, mentre i loro aggressori sarebbero legati a gruppi con trascorsi criminali.

Una delle due minorenni – ha sottolineato il procuratore della Repubblica di Palmi – è stata coinvolta in misura maggiore, sottoposta a violenza psicologica di gruppo da parte del branco, che aveva le stimmate della criminalità organizzata. Si tratta di fatti di violenza inaudita e abbiamo il sospetto che il gruppo degli indagati avrebbe potuto rivolgersi altrove".

Per gli inquirenti non è stato semplice venire a capo di questa vicenda, dal momento che le vittime, impaurite, avevano timore dei loro aguzzini e non volevano presentare denuncia. La polizia di Stato, va detto, ha anche sequestrato molti dispositivi informatici e di telefonia. Ipotizzabile quindi l'esistenza di immagini delle violenze.

L’attività, intanto, prosegue "poiché – ha detto ancora il magistrato – ci muoviamo in zone dove ci si conosce tutti. Emergono anche dei rapporti di affetto, nell’idea e nelle intenzioni della ragazza, dove l’affetto viene sfruttato per portare gli amici a divertirsi. Tra le persone arrestate, infatti, figura anche l’ex fidanzato di una delle vittime".

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