Abusa di una 16enne con sclerosi multipla. I giudici: “Sconto di pena, si era preso cura di lei”
Un 50enne di Torino accusato di aver abusato sessualmente di una ragazza di 16 anni ha potuto godere delle attenuanti generiche concesse dai giudici poiché "non si può dubitare un sentimento di amore o affetto”, nei confronti della giovanissima, anche se – precisano i magistrati – l’uomo “ ha approfittato dell’inferiorità fisica e psichica della giovane donna”. La vittima, infatti, oltre ad essere minorenne è affetta da sclerosi multipla.
La vicenda, come riporta Repubblica, risale a 4 anni fa, quando i due si conobbero per la prima volta e scattò la violenza. Nel fascicolo d'inchiesta si parlava di violenza sessuale, intesa come carnale. “Ma tra il mio cliente e la ragazza c’era una relazione e ogni rapporto è stato consenziente – sostiene il legale dell’uomo Cristian Scaramozzino – Alla fine il mio cliente è stato accusato di violenza sessuale in quanto avrebbe abusato delle condizioni psicofisiche della ragazza anche se lei non aveva alcun deficit mentale”.
La famiglia della ragazza era tornata a vivere in El Salvador e lei era rimasta spesso sola a Torino. A prendersi cura di lei era quell’uomo molto più grande. era lui ad accompagnarla alle visite mediche ed era sempre lui il suo confidente principale. Per questo motivo i giudici della corte d’appello hanno riconosciuto le attenuanti generiche chieste dalla difesa ottenendo uno sconto di pena, dai 5 anni pronunciati in primo grado, ai 4 anni confermati qualche giorno fa dalla cassazione. Secondo i giudici il 50enne “si è preso cura di lei, non solo provvedendo alle sue esigenze primarie, ma anche accompagnandola alle numerose visite mediche per il trattamento della malattia che le era stato diagnosticata”. Secondo l'accusa gli abusi sono durati dal 2004 al 2008 con “continui rapporti sessuali” e una “situazione di totale dipendenza” della vittima rispetto all’uomo. Pur riconoscendo che sono state commesse violenze i giudici mettono l’accento sul “sentimento positivo” dell’imputato nei confronti della vittima.