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Abbracci, complimenti e insulti: “Sei una capra handicappata”. Condannato un prete e prof salentino

Un sacerdote di 50 anni, residente a Soleto, in provincia di Lecce, è stato condannato a due anni di reclusione con pena sospesa per il reato di violenza privata ai danni di una studentessa.
A cura di Davide Falcioni
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Da insegnante di religione e vicepreside a imputato in tribunale: un sacerdote di 50 anni, residente a Soleto, in provincia di Lecce, è stato condannato a due anni di reclusione con pena sospesa per il reato di violenza privata ai danni di una studentessa. Il tribunale di Lecce, con la sentenza emessa dalla giudice Annalisa De Benedictis, ha riconosciuto un risarcimento danni di 10mila euro in favore dell’unica vittima costituitasi parte civile, assistita dall’avvocato Dimitry Conte.

L’accusa di molestie, che inizialmente aveva aggravato il quadro imputativo, è caduta in prescrizione, mentre il pubblico ministero aveva richiesto una condanna a tre anni. La vicenda processuale ha avuto inizio nell’aprile del 2021 e ha visto sfilare numerosi testimoni in aula, delineando un quadro inquietante delle condotte dell’imputato tra il 2015 e il 2019, periodo in cui ricopriva un ruolo di rilievo al liceo "Francesca Capece" di Maglie.

Due le vittime riconosciute dal procedimento. La prima studentessa sarebbe stata costretta a subire atteggiamenti inappropriati da parte del docente, il quale, dopo averla invitata a chiudere la porta del proprio ufficio, le avrebbe rivolto frasi ambigue come: "Sei la luce dei miei occhi, sei la mia gioia… Quando ti vedo nei corridoi mi aggiusti la giornata…", per poi stringerla in un abbraccio insistente e poggiare la propria fronte sulla sua.

La seconda vittima, che ha avuto il coraggio di costituirsi parte civile, avrebbe subito una forma diversa di abuso: il sacerdote, approfittando del proprio ruolo, avrebbe esercitato pressioni psicologiche sulla madre della giovane, minacciandola che, se la figlia non fosse stata iscritta alla sezione da lui indicata, sarebbe “diventato terribile”. Dopo la presentazione di una certificazione per disturbi specifici dell’apprendimento, la studentessa sarebbe stata ulteriormente vessata con epiteti umilianti come "capra" e "handicappata". Il prete avrebbe poi tentato di influenzare il consiglio di classe per ottenere la sua bocciatura, evento che si è effettivamente verificato, costringendo la ragazza a cambiare scuola, dove è riuscita a diplomarsi.

Oltre alla condanna, il tribunale ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura per ulteriori valutazioni sulla deposizione di una testimone. L’imputato, difeso dall’avvocato Luigi Corvaglia, attenderà ora il deposito delle motivazioni della sentenza, previsto entro 90 giorni, prima di decidere un eventuale ricorso in appello.

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