A vent’anni dal G8 di Genova in Piazza Alimonda: “Avevamo ragione noi, adesso siamo in ritardo”
C'è chi come Mimi non riesce ancora a raccontare i fumogeni, gli elicotteri e la polizia senza commuoversi; c'è Maura che era scesa in piazza vent'anni fa con sua madre e sua figlia e oggi ci è tornata con sua nipote di 17 anni; c'è Paolo, cui non basta avere ragione ma vorrebbe vedere azioni concrete; c'è Fabrizio che ammette che dopo il G8 di Genova e la morte di Carlo Giuliani tutta l'energia che aveva coagulato le tante sigle che componevano il movimento No Global è finita e che "si sarebbe potuto fare di più".
La tre giorni di dibattiti e presidi convocata per il ventennale del G8 del 2001 per i molti giovani presenti è una storia raccontata da altri o letta sui libri di storia. In Piazza Alimonda però, oggi ci sono anche quelli che vent'anni fa avevano partecipato alle manifestazioni contro i rappresentanti delle 8 principali economie mondiali. I temi della protesta di allora erano legati, tra gli altri, all'ambiente e alle migrazioni mondiali.
"Abbiamo perso vent'anni perché le ragioni del movimento sono totali – racconta Elena Giuliani – e sono ancora valide". "In 24 ore abbiamo avuto – racconta Spartaco – tutto il meglio che il movimento aveva da offrire e tutto il peggio della risposta dello stato". "Molti amici venuti con me non sono stati fortunati e sono stati portati a Bolzaneto dove hanno passato una 3 giorni terribile – racconta Federico – e non ne vogliono parlare"
Il ricordo dei fumogeni, dei lacrimogeni, degli elicotteri e della città blindata emerge da tutti i racconti, così come emerge anche la convinzione in chi c'era allora ed è tornato oggi che il movimento ci aveva visto giusto, che le criticità che erano state segnalate si sono rivelate problemi enormi, che ancora sono irrisolti.
"Avevamo ragione noi e lo dimostrano i fatti – sostiene Maura – tutto quello che sta succedendo a livello ambientale, il dibattito sulle migrazioni mondiali, questi sono temi decisivi che non possiamo non affrontare".