A Trieste capitale no green pass la più alta incidenza di contagi d’Italia: 4 volte sopra la media
In provincia di Trieste l'incidenza delle nuove infezioni da coronavirus calcolata negli ultimi 7 giorni è di 127 casi ogni 100mila abitanti: si tratta del dato più alto d'Italia, oltre quattro volte superiore rispetto alla media nazionale che – nell'ultimo monitoraggio dell'Istituto Superiore della Sanità – è di 29 casi ogni 100mila abitanti, ampiamente sotto la "soglia di guardia" fissata a 50. Le altre province friulane sono in netta controtendenza: in quella di Gorizia l'incidenza è di 42 casi ogni 100mila abitanti, a Udine di 18 e a Pordenone di 22. Le altre province italiane che fanno registrare un'incidenza superiore alla media sono quelle di Bolzano (60), Padova (54), Ravenna (83), Pistoia (69), Crotone (72), Siracusa (60), Catania (65) e Vibo Valentia (100). Tutte le altre, invece, hanno dati di incidenza inferiori a 50: sotto questo livello secondo gli esperti è possibile effettuare un efficace tracciamento dei contatti dei positivi.
A Trieste ieri boom di contagi: 82, su un totale di 132 in Friuli
Sempre a Trieste e provincia nell'ultimo bollettino è stato registrato il più alto incremento di casi giornaliero su base regionale: in tutto il Friuli Venezia Giulia, infatti, le nuove infezioni sono state ieri 132, ben 82 delle quali nel triestino. Difficile stabilire se le proteste degli ultimi giorni potranno, nel corso delle prossime settimane, portare a un aumento ulteriore dei contagi e dell'incidenza; di certo, comunque, il Friuli sarà una delle regioni particolarmente attenzionate dagli esperti.
In Friuli solo il 65% della popolazione ha ricevuto due dosi di vaccino
In Friuli Venezia Giulia, infatti, arranca anche la campagna vaccinale: mentre in Italia la popolazione over-12 che ha ricevuto almeno una dose di vaccino è pari all'85,52%, e quella che ha ricevuto entrambe le dosi si attesta all'81%, in Friuli i dati sono sensibilmente inferiori: la prima dose è andata al 71% della popolazione vaccinabile mentre la seconda solo al 65%. Sono ancora decine di migliaia le persone che – pur avendo diritto al vaccino – hanno per il momento scelto di non immunizzarsi.