A Torino è arrivato l’autunno: perché foglie secche e ingiallite riempiono le strade
Cumuli di foglie secche che cadono a ogni rarissima folata di vento caldo, ciclisti che si muovono in uno scenario da metà ottobre, caldo asfissiante che non molla. Siamo a fine luglio e da qualche giorno moltissimi del 350mila alberi che vivono sul territorio della città di Torino hanno cominciato a perdere le foglie.
"Sono i platani – spiega Gianmichele Cirulli, responsabile dell'unità operativa "Albertate" della Città di Torino, che si occupa di monitorare l'immenso patrimonio di alberi della città, che si trova per metà nei parchi in collina, e per l'altra metà sui viali della città – i platani sono alberi che vivono in territori piovosi e vicino all'acqua e sono l'albero più diffuso in città. Quando fa molto caldo e c'è un periodo di siccità prolungato come questo, il platano si protegge lasciando cadere le foglie. È una cosa tipica di questo albero, ma siamo in anticipo di almeno un mese, è una cosa che succede sempre verso fine agosto inizio settembre. Ai cittadini sembra che le strade siano invase da foglie secche come in autunno, ma questo perché il platano è un albero tipico della città, la presenza di platani è caratteristica di Torino.
In uno dei parchi più grandi della città, quello della Pellerina, alcuni anziani portano a spasso il cane e passano il tempo sulle panchine a chiacchierare dei tempi andati, ma c'è una parola anche per le foglie secche che si accumulano ai lati delle strette strade del parco: "Non riconosco più questo parco – racconta Gino, 76 anni, mentre chiacchiera col suo amico Antonio – adesso è tutto giallo, siamo come in autunno inoltrato, ma fa un caldo terribile. La speranza è che possa piovere presto per rimettere a posto le cose, siamo in siccità da troppo tempo".
"Aiutiamo i giovani platani – prosegue Gianmichele Cirulli – bagnandoli più spesso e le piante adulte sono autonome, vanno a pescare l'acqua in profondità, ma è secco da molto tempo e le temperature sono molto alte. Sono piante resilienti, quindi non siamo preoccupati, ma li monitoriamo perché con una situazione di stress tale, è possibile che questi alberi soffrano per anni".