A Natale presepe e crocefisso obbligatori nelle scuole del Trentino
In tutte le aule delle scuole del Trentino potrebbe essere obbligatorio a breve esporre il crocefisso e il presepe durante il periodo di Natale. È quanto annunciato nel pomeriggio di oggi, martedì 27 novembre, nell'aula del Consiglio Provinciale dal presidente della giunta provinciale, il leghista Maurizio Fugatti. Secondo il governatore, che usa sempre il condizionale, come riporta il quotidiano locale L'Adige, bisogna che vengano coltivate le "radici cristiane" della nostra tradizione. Con questa decisione, si aggiunge un tassello importante a una delle battaglie del Carroccio in Italia, sostenuta a gran voce anche dal vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini.
Ma non mancano le polemiche. Quella del crocefisso nelle aule scolastiche è infatti una vicenda delicata, che ha provocato in passato denunce e sentenze della Corte Costituzionale anche perché la norma vigente, e mai abrogata, risale all'epoca fascista.
Nella legge in questione, si fa riferimento all'obbligatorietà del crocefisso nelle scuole elementari e medie, ma non ci sono chiare indicazioni normative per le scuole materne, superiori e le università. Siccome le indicazioni del Ministero della Giustizia non sono limpide, prima si è fatto ricorso al Tar e poi al Consiglio di Stato che si è pronunciato a favore della presenza del crocifisso nelle aule scolastiche con un parere del 1988 e uno del 2006. Tuttavia, nel 2009 una sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo ha stabilito che il crocifisso nelle aule è "una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e del diritto degli alunni alla libertà di religione", imponendo all'Italia il pagamento di una multa di cinquemila euro per danni orali. Sentenza che è stata poi ribaltata due anni più tardi dalla Grand Chambre che ha assolto Roma accettando la tesi in base alla quale non sussistono elementi che provino l’eventuale influenza sugli alunni dell’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche. Insomma, il dibattito è aperto, ma almeno in Trentino la situazione è molto chiara.