Giulia Cecchettin è la 105esima donna uccisa nel 2023. La 82esima in ambito familiare. Un dramma in seguito al quale la famiglia di Giulia, col papà Gino e la sorella Elena, hanno chiesto di “far nascere qualcosa perché non accada più”, di “fare rumore” e di denunciare, sempre.
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La lettera a Fanpage.it
Sono stata con lui due anni, ero innamorata. A Natale mi mise le mani al collo per aver risposto a un messaggio di auguri di una precedente frequentazione ormai terminata da tempo. Un messaggio che recitava "auguri anche a te e famiglia". Quello era il primo segnale.
Nel mezzo di questa storia la svalutazione di me stessa da parte sua, tante parole mai mantenute e tanti ti amo mai dimostrati.
Ma questo lo scrivo con il senno di poi perché da innamorata speravo qualcosa potesse cambiare. Dopo una festa arriva uno strattonamento, io chiudo la storia. Ma lui torna e io gli credo, anche se con tanti dubbi.
Gli chiedo di andare dallo psicologo perché non riesce a gestire la sua rabbia. Ma lui non lo fa.
Dopo 8 mesi arrivano i calci e i pugni ai miei mobili. Il primo schiaffo che definisce sberla, ma io finisco a terra. Toglie tutte le chiavi di casa, non mi fa uscire, mi strattona, urla.
Mi ritrovo con l’anima devastata, un livido sulla gamba e graffi. Lo butto fuori casa, vado dai carabinieri e viene convocato.
In quattro mesi mi ha sempre cercata ma io non ne ho più voluto sapere. Chi ti ama non ti fa del male.