A La Mecca il caldo fa strage, Mercalli: “In futuro 50° anche in Italia, ci saranno migliaia di morti”
Sono ormai più di mille i pellegrini musulmani morti a La Mecca durante il pellegrinaggio dell'Hajj ai luoghi sacri dell'Islam. Il boom di decessi è stato causato da una eccezionale ondata di caldo, con temperature che hanno sfiorato i 52 gradi e che per giorni si sono mantenute su livelli record. Le vittime sono in larga parte egiziani, ma le autorità saudite stanno ancora individuando diversi dispersi e feriti negli ospedali ed hanno avvertito che il bilancio potrebbe subire un ulteriore aumento nelle prossime ore.
Il dramma che si sta consumando a La Mecca è una conseguenza diretta del cambiamento climatico e si aggiunge alle centina di vittime del caldo estremo delle ultime settimane in India, Pakistan e Messico, Paesi investiti da straordinarie ondate di calore. Non va dimenticato però che anche alle latitudini dei Paesi più ricchi del mondo è stata provata una relazione tra aumento della mortalità e incremento delle temperature; non a caso nell'estate 2022 il caldo record provocò oltre 61mila morti in Europa, come confermato dal rapporto European State of the Climate (ESOTC) 2022 messo a punto da scienziati del Copernicus Climate Change Service. Insomma, sempre più spesso di caldo si muore. E in futuro i 50 gradi registrati in Arabia Saudita diventeranno consueti anche in Italia a causa del climate change, come confermato a Fanpage.it dal professor Luca Mercalli.
Professore, a La Mecca più di mille pellegrini sono morti, molti di loro a causa delle temperature eccessive. I 51,8 gradi registrati sono normali a quelle latitudini o c’entra il cambiamento climatico?
Quelle temperature non sono affatto normali perché si collocano ben al di sopra dei valori medi della zona: siamo vicino ai massimi storici per quelle regioni, dove normalmente in questo periodo dell'anno la colonnina di mercurio non dovrebbe superare i 39-40 gradi; 51,8 gradi invece sono decisamente troppi. Del resto però quella de La Mecca non è stata l'unica ondata di calore delle ultime settimane. Si tratta di una tendenza in aumento, come dimostrano le molte vittime in India e Pakistan, dove sono stati superati i 50 gradi, senza dimenticare il Messico. Ma anche l'Europa non è immune da questi eventi estremi: basti ricordare che nell'estate del 2022, la più calda nell'Europa occidentale, sono stati registrati oltre 61mila morti di caldo, 18mila dei quali solo in Italia.
Se durante la pandemia di Covid avessimo avuto 18mila morti in tre mesi saremmo rimasti sgomenti dalla gravità della situazione, invece…
Invece quel dato è passato assolutamente inosservato. A soccombere sono state le fasce deboli della popolazione, come anziani e malati, la maggior parte dei quali sono morti in casa senza neppure recarsi in ospedale. Alla fine ad essere intasati sono stati gli obitori e non i reparti delle strutture sanitarie. Accadrà anche in futuro.
Tre anni fa in Sicilia vennero registrati 48,8 gradi, la temperatura più alta di sempre nel nostro Paese.
In fondo i 48,8 gradi registrati nel luglio 2021 a Floridia, in Sicilia, non sono poi così lontani dai 51,8 de La Mecca. Vanno tuttavia considerati altri fattori, a partire dalla durata del picco di caldo: un conto è che sia di poche ore e che si possa trovare riparo in un luogo dotato di aria condizionata, un altro conto sono giorni o intere settimane a 48/50 gradi, magari in Paesi poveri senza infrastrutture adeguate, dove si muore di caldo letteralmente in mezzo a una strada. Lo stress termico per il corpo umano è cumulativo: poche ore di caldo estremo si possono sopportare, ma giorni o settimane no e le conseguenze possono essere fatali.
In Italia si arriverà mai a temperature come quelle dell'Arabia Saudita a causa del cambiamento climatico?
Ci si arriverà ma è difficile dire quando: quando noi scienziati facciamo scenari futuri possiamo solo dire che le temperature aumenteranno certamente anche in Italia, e che aumenterà anche la frequenza dei fenomeni estremi. È ragionevole pensare che tra una decina d'anni i 48,8 gradi diventeranno anche 50 in Sicilia; inizialmente quel picco verrò raggiunto di tanto in tanto, ma prima o poi finirà per durare 5-6 giorni di fila. Poi quel caldo potrà investire anche grandi città e coinvolgere migliaia o milioni di persone. E le conseguenze sono facilmente intuibili soprattutto per anziani e malati…
Nelle ultime settimane si registrano grandi quantità di neve sulle Alpi e qualcuno ne sta approfittando per affermare che il cambiamento climatico è una bufala. Ci spiega come stanno le cose?
Quella che sta avvenendo è una normale fluttuazione della variabilità climatica: dopo aver attraversato anni estremamente asciutti, con estremi minimi di neve sulle Alpi, abbiamo avuto una primavera che ha restituito quello che era mancano nel 2021, 2022 e parte del 2023. Ma questo è assolutamente normale; semmai a colpire sono le estremizzazioni, con gli anni più secchi di sempre accostati a una delle primavere più piovose di sempre. Anche questo è un indicatore dell'aumento degli eventi meteo estremi, e tecnicamente vengono definiti "colpi di frusta climatici". Sottolineo che la neve non ha nulla a che fare con il caldo: i negazionisti hanno colto l'occasione per dire che è tutto come prima e il cambiamento climatico è una balla. Attenzione, la neve c'è, ma solo in alta quota; a quote più basse la neve è mancata. La scorsa primavera è stata più calda della media degli ultimi 200 anni.
Si sono appena tenute le elezioni europee: in Germania l’AfD, che nega esplicitamente l’origine antropica del cambiamento climatico, ha preso il 15% dei voti. In Francia il Rassemblement National è arrivato al 30% con un programma che propone il ritorno alle fonti fossili. Sono dati che la preoccupano?
Si sta creando un'assurda interpretazione dei problemi ambientali. La destra tende a non volere regole che condiziono la libertà individuale delle persone e lo sviluppo economico, di conseguenza alcuni leader politici vedono le regole ambientaliste esclusivamente come punitive. Si tratta di un grave errore: mischiare la scienza con la politica tende a creare delle polarizzazioni ideologiche. Ma i dati scientifici sono quelli, e sono indiscutibili. Nessun politico al mondo si sognerebbe di negare l'esistenza dei tumori, quindi nessun politico dovrebbe mettere in discussione l'esistenza del cambiamento climatico di origine antropica. Il clima dovrebbe essere un tema al di sopra delle parti: la politica dovrebbe limitarsi a discutere delle modalità con le quali fare la transizione e non ci sarebbe nessun bisogno di negare il problema, come invece fanno molte destre europee e anche italiane.