A Gardaland mancano lavoratori stagionali, chiusura anticipata per 13 giostre del parco divertimenti
Gardaland spegnerà in anticipo l'impianto delle giostre del parco divertimenti. La direzione ha dovuto infatti disporre la chiusura anticipata di tredici attrazioni a causa della mancanza di lavoratori stagionali. Le giostre si spegneranno alle 19 invece che alle 23 come da orario solito. Lo stop scatterà nella giornata di domani, domenica 19 giugno, pur essendo il weekend il momento in cui il parco divertimenti registra i maggiori incassi.
La disposizione è stata comunicata da Gardaland sulla sua pagina Facebook. "Siamo estremamente dispiaciuti per la delusione causata da una situazione temporanea – ha fatto sapere la direzione del parco divertimenti rispondendo alle lamentele dei clienti -. Cercheremo di risolvere il problema al più presto. Nel frattempo stiamo continuando ad assumere personale e stiamo attivando tutti gli strumenti per integrare i dipendenti ancora ancora mancanti".
Secondo Gardaland, con il recruiting si raggiungerà il numero necessario di addetti in poco tempo per poter poi riaprire progressivamente le attrazioni chiuse. Le giostre continueranno ad essere fruibili durante l'orario diurno: soltanto alcune di queste saranno accessibili anche in serata a causa della mancanza di personale. Il Parco infatti aveva disposto l'apertura fino alle 23.00 per la stagione estiva, ma lo scarso numero di dipendenti ha costretto la direzione a tenere aperte nella fascia serale soltanto alcune delle giostre disponibili. "Gardaland sta attraversando le difficoltà che stanno investendo tutto il settore del turismo – hanno specificato ancora i gestori -. Non riusciamo a trovare il personale da assumere per la stagione estiva".
I problemi nel recruiting sono comuni a tutto il settore del turismo: a scoraggiare i lavoratori le proposte di lavoro con turni massacranti, orari indefiniti e incertezza sul pagamento degli straordinari. Secondo quanto denunciato dalla Filcams Cgil, ci sono stagionali assunti per un impiego di 6 ore e 40 minuti al giorno che poi finiscono per svolgere quotidianamente 10 o 12 ore di lavoro senza alcun tipo di integrazione salariale aggiuntiva. La precarietà dell'impiego, inoltre, è un altro deterrente che fa desistere gli aspiranti dipendenti: troppe ore di lavoro, stipendi troppo bassi e incertezza per quanto riguarda il futuro nell'azienda che sta assumendo.