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“A cos’è servito tutto questo?”: l’inquietante grido di Massimo Sebastiani in un video

“A cosa è servito tutto questo?!” Massimo Sebastiani scaraventa contro il muro un armadio, sono le immagini dell’operaio diffuse in un video che negli ultimi giorni è diventato virale. Col senno di poi, dopo l’omicidio di Elisa Pomarelli, uccisa dal taglialegna dopo che gli aveva negato la sua amicizia dopo 3 anni di frequentazione, a colpire è il messaggio, sinistramente sibillino, che lancia: “A cosa è servito?”.
A cura di Angela Marino
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A cosa è servito tutto questo? Dimmi a cosa è servito?! Così grida Massimo Sebastiani mentre distrugge a mani nude un armadio. Le stesse con cui due settimane fa ha strangolato Elisa Pomarelli perché gli aveva annunciato che non voleva vederlo più. Nel video diffuso dal quotidiano ‘La libertà' e girato dallo stesso Sebastiani con il suo telefonino e diventato virale in questi giorni, si vede l'operaio a torso nudo mentre solleva l'armadio e lo scaraventa contro il muro. A colpire, col senno di poi, però, non è la forza fisica da taglialegna esperto, né l'esibizionismo dei suoi ‘atti dimostrativi' quanto le parole che urla: "A cosa è servito tutto questo?".

Non sappiamo a cosa si riferisca e di certo il video nulla c'entra col il delitto, non sappiamo a chi sia veramente destinato quel messaggio sembra rappresentare la delusione per la rottura dei contatti con Elisa. "A cosa è servito?", si chiede furioso, idrofobo. Già, a cosa è servito? Se dalla vicenda Sebastiani – Pomarelli emerge un concetto, è che Massimo Sebastiani ha eliminato l'oggetto della sua ossessione quando lei ha interrotto i rapporti, quando, insomma, lei non poteva dargli più niente, nemmeno la compagnia, la presenza fisica, lo sguardo, tutto quello che che per lui era il surrogato di un rapporto amoroso. E allora a cosa erano serviti, appunto, tutto il tempo dedicato a lei e la dedizione mostrata? L'attesa e la pazienza?

A niente, perché quella ragazza che per lui provava solo affetto e simpatia e che aveva, peraltro, inclinazioni sessuali altre, non gli aveva dato in cambio. Nessun premio finale, per il fatto di aver accettato di starle vicino come amico, anzi, l'aveva addirittura liquidato. A detta di molti nell'ultimo periodo la monomania di Sebastiani per Elisa era degenerata, avariata con uno yogurt scaduto. E forse questo video e altri ‘atti dimostrativi' come questo erano il modo in cui voleva comunicare agli altri che qualcosa si era rotto. Qualcuno poteva cogliere i campanelli d'allarme? Amici, parenti, conoscenti? La morte di Elisa si poteva impedire? Di certo c'è solo una cosa, l'unica persona da biasimare in questa vicenda è Massimo Sebastiani.

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