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A che punto è il vaccino italiano ReiThera: “Potrebbe essere approvato a giugno”

Potrebbe essere distribuito già in estate il vaccino anti-Covid tutto Made in Italy di ReiThera: se le procedure e i test di sicurezza ed efficacia sul siero andranno a buon fine, la fase 2 e la fase 3 dovrebbero concludersi, a quanto si apprende, a giugno 2021, prima di ottenere il via libera da parte delle Autorità di Vigilanza.
A cura di Ida Artiaco
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Buone notizie in arrivo per quanto riguarda il vaccino contro il Coronavirus Made in Italy ReiThera, che potrebbe presto aggiungersi a quelli già approvati, come Pfizer e Moderna, o in via di approvazione, come AstraZeneca. Se le procedure e i test di sicurezza ed efficacia sul siero andranno a buon fine, la fase 2 e la fase 3 dovrebbero concludersi, a quanto si apprende, a giugno 2021. Successivamente, è prevista la procedura di approvazione da parte delle Autorità di vigilanza sia europee che nostrane per poter somministrare le prime dosi già questa estate. Intanto, arrivano anche gli attesi finanziamenti pubblici per l'azienda italiana.

Si tratta in totale di investimenti per 81 milioni di euro. Il Cda di Invitalia proprio oggi ha approvato il contratto di sviluppo presentato dalla biotech di Castel Romano. "Gran parte dell'investimento, cioè 69,3 milioni – fa sapere ReiThera in una nota – sarà destinato alle attività di ricerca e sviluppo per la validazione e la produzione del vaccino anti-Covid". L'azienda stima di produrre 10 milioni di dosi al mese. Il prodotto, secondo i dati preliminari della fase uno, non avrebbe bisogno del richiamo. La restante quota dovrebbe essere utilizzata per ampliare lo stabilimento alle porte di Roma dove sarà materialmente prodotto l'antidoto.

Procedono dunque gli studi sul vaccino tutto Made in Italy. L’azienda ha già concluso, anche grazie ad un finanziamento della Regione Lazio ed in collaborazione con l’Inmi Spallanzani, la fase I della sperimentazione, "che ha dimostrato la sicurezza e l’immunogenicità del vaccino" e che aveva coinvolto circa 100 volontari. La fase due ne dovrà arruolare circa un migliaio, per la fase tre si dovranno invece superare i 10mila. Solo dopo il vaccino potrà essere valutato ed eventualmente autorizzato dall'Agenzia europea per i medicinali e poi dall'Aifa. "L’accordo tra Invitalia e ReiThera – ha commentato l'assessore alla Sanità della regione Lazio, Alessio D'Amato – è un’ottima notizia, è infatti necessario puntare ad avere una indipendenza per quanto riguarda l’approvvigionamento di tutti i vaccini che superino i requisiti di Ema. Il Commissario Arcuri ha accolto l’appello di procedere velocemente verso l’opzione del vaccino prodotto in Italia nel polo tecnologico di Castel Romano. Dopo la conclusione positiva della Fase 1, grazie all’Istituto nazionale di malattie infettive Lazzaro Spallanzani e resa possibile dall’intervento della Regione Lazio e del Ministero della Ricerca, adesso è necessario correre per completare le Fasi 2 e 3. Avere a disposizione un’offerta vaccinale più ampia sicuramente consentirà in futuro di superare gli attuali ritardi e le mancate consegne. Il vaccino ReiThera-Spallanzani deve essere un vaccino bene comune”.

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