A Castelvetrano col pallone si ricorda il mafioso amico di Messina Denaro
*** AGGIORNAMENTO 11 AGOSTO ***
Il sindaco di Castelvetrano, a seguito degli articoli e delle proteste che si sono levate dopo la pubblicazione della notizia ha deciso di cancellare il memorial "Paolo Forte". Meglio così.
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La soggezione verso la mafia la vedi nelle piccole cose: nei silenzi ostentati, nella perseveranza dei rapporti, negli impercettibili ma costanti segnali di sottomissione oppure nella cronicità di un nome che non viene mai pronunciato ma circola quotidianamente. Ogni tanto succede che qualcuno provi a sottolinearlo, che sia un giornalista oppure un osservatore, e solo allora di solito la comunità si chiude a riccio rivendicando "libertà di scelte" su scelte che abbiamo il diritto di indicare come inopportune. E forse anche questa volta andrà a finire così.
Castelvetrano è il piccolo borgo medievale in provincia di Trapani che ha avuto risalto internazionale perché paese natale dell'ultimo boss dei boss di Cosa Nostra: Matteo Messina Denaro. Castedduvitranu è la moderna Corleone di una mafia sempre romanzata piuttosto che analizzata e il nome del boss (e il ricordo del padre, anch'esso mafioso) è coltivato dai parenti e dai tanti "contigui" che, molto probabilmente, concorrono alla sua latitanza.
Giovedì 13 agosto a Castelvetrano lo stadio apre le porte alla sfida tra la Folgore (la squadra della città) e il Marsala per il primo "Memorial Paolo Forte". Il manifesto campeggia negli angoli della città con gli sponsor in bella evidenza e addirittura il logo della Lega Nazionale Dilettanti. Una delle tante partite estive, verrebbe da pensare, per un trofeo intitolato, scrivono gli organizzatori, “per ricordare la figura di Paolo Forte, storico tifoso della Folgore scomparso prematuramente nell’ottobre del 2012. Oltre ad aver indossato da ragazzino la casacca rossonera, nella metà degli anni novanta, sotto la presidenza di Giovanni Bua, Paolo Forte fu anche vicepresidente del sodalizio rossonero”.
Peccato che Paolo Forte però non sia stato solo questo: Paolo Forte è stato uomo d'onore di Castelvetrano, amico intimo di Matteo Messina Denaro tanto da avere avuto il boss come padrino di cresima. Ma non basta: il nome di Paolo Forte appare in molte inchieste sul boss trapanese ed egli stesso è stato condannato. Messina Denaro ha usato i documenti di Forte per coprire la propria latitanza (e per viaggiare) e gli stessi investigatori hanno sperato che fosse proprio Paolo Forte a condurli nel covo della latitanza del boss. Succede però che Forte muore di un infarto fulminante nell'ottobre del 2012, a 54 anni "salvandolo" dal sicuro arresto che si sarebbe guadagnato nell'operazione "Mandamento" che ha portato in galera 6 membri della cosca mafiosa di Castelvetrano, ritenuti vicinissimi a Messina Denaro. Secondo gli investigatori Paolo Forte sarebbe stato, in più di un caso, il consulente privilegiato di Messina Denaro nella gestione della cosca, nell'organizzazione della latitanza e negli investimenti.
Insomma non è semplicemente uno dei tanti che conosce Messina Denaro perché "qui il paese è piccolo e ci conosciamo tutti", Paolo Forte (professione ufficiale: benzinaio) era uno che contava: al suo distributore sullo svincolo per la A29 arrivavano (e venivano pagate) anche le bollette di un altro pregiudicato, Antonio Scarano, uno di quelli che hanno partecipato all'organizzazione delle stragi di mafia nel 1993.
Ora arriva il memorial in suo onore: un torneo di calcio intitolato ad un mafioso con tanto di patrocinio della Lega. Tutto normale?