A Bolzano un senzatetto di 20 anni è morto di freddo
Ancora una tragedia causata dalla povertà: un giovane senzatetto è morto di freddo nel suo riparo di fortuna. È accaduto oggi a Bolzano, città nella quale oggi le temperature nel corso della notte hanno sfiorato gli zero gradi.
Il clochard, un ragazzo egiziano di 20 anni, ha passato la scorsa notte nei pressi della stazione ferroviaria della Fiera, in zona industriale. L'allarme è stato lanciato questa mattina da alcuni compagni. Sul posto sono intervenuti l'ambulanza con il medico d'urgenza e la polizia, ma purtroppo il giovane era ormai deceduto.
Il giovane era un migrante senza documenti e da poco si trovava a Bolzano. Non è escluso che avesse l'intenzione di raggiungere il Brennero. Con altri due giovani aveva trovato riparo in una sorta di baracca in una zona abbandonata sotto la linea ferroviaria che collega il capoluogo altoatesino con Merano.
Nel 2022 un senzatetto morto ogni giorno
Nel 2022 in Italia è morta una persona senza dimora al giorno portando il bollettino dei decessi a quota 289 già ai primi giorni di ottobre: ben 43 in più di quelli registrati in tutto il 2021 e 81 in più rispetto al 2020. Si tratta del numero più alto registrato negli ultimi cinque anni dalla Fio.Psd, la Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora che con il suo osservatorio monitora i decessi tramite le segnalazioni delle organizzazioni che seguono i senzatetto in tutta Italia. Nel 2019 l’associazione ne ha contati 219 e l’anno precedente 211.
"I dati, purtroppo, confermano la costante di un morto al giorno, una dimensione della tragedia mai vista in questi anni", ha commentato due mesi fa Michele Ferraris, responsabile della comunicazione della Fio.Psd. I dettagli sulle morti di quest’anno confluiranno nel report che verrà pubblicato a inizio 2023, ma secondo i dati raccolti nel 2021, emerge che la maggior parte di queste persone viene ritrovata per strada (46,8%), in sistemazioni di fortuna (29,7%) e in stazione (9%). Si muore anche in ospedale (12,2%). Solo l’1,4% perde la vita in carcere e l’1% in strutture territoriali.