A Bologna tre ragazze si sono travestite da rapimento di Aldo Moro per Halloween
Se voleva essere uno scherzo, di certo non ha fatto ridere molti la scelta di alcune ragazze bolognesi che la notte di Halloween hanno deciso di inscenare il rapimento di Aldo Moro. Il travestimento è stato organizzato fin nei minimi particolari utilizzando sia la celebre bandiera con la stella e la scritta "Brigate Rosse" che una copia del giornale "Repubblica" in cui campeggia il titolo "Moro Rapito", lo stesso quotidiano che l'allora presidente della Democrazia Cristiana stringeva tra le mani.
La foto è stata scattata nel capoluogo emiliano e vede sullo sfondo il Teatro Comunale, che si trova non troppo lontano dalla piazza intitolata a Marco Biagi e da via Valdonica, dove il professore e giuslavorista modenese venne assassinato dalle Nuove Brigate Rosse.
"Credo che queste tre persone vadano identificate ed indagate – ha scritto sul profilo Facebook personale e del partito il segretario della Lega di Bologna, Cristiano Di Martino -: non si può essere così leggeri su un argomento come questo è uno schifo inaccettabile". Sulla vicenda è intervenuto anche il movimento ‘Una Bologna che cambia' che ha pubblicato la foto e commentato: "Bologna è una città talmente inclusiva che viene permesso alla gente di girare per strada e fare selfie (vedi quanto accaduto la notte di Halloween) con il drappo delle BR, simulando, anche se per gioco, il rapimento Moro. Il tutto liberamente. Ci auguriamo che la Questura e soprattutto il primo cittadino Lepore prendano posizione su quanto accaduto e puniscano gli artefici di questo sconsiderato gesto. Ubcc vigilerà su questa vicenda".
Il Siulp ha espresso "la propria più ferma condanna per l'azione messa in scena da tre ragazze, nella notte del 31 ottobre 2024, nel cuore della zona universitaria di Bologna. La scelta di rappresentare il rapimento dell'onorevole Aldo Moro, utilizzando simboli e bandiere delle Brigate Rosse, costituisce un gesto non solo offensivo ma anche pericoloso, che riapre ferite profonde nel nostro Paese e nella stessa città di Bologna, che ha pagato un prezzo altissimo nella sua lotta contro il terrorismo".
"È infatti impossibile non ricordare il tragico assassinio del giuslavorista Marco Biagi, ucciso nel 2002 proprio da quelle che si definivano Nuove Brigate Rosse. In un contesto di crescente preoccupazione per fenomeni di radicalizzazione e di banalizzazione di episodi violenti, fatti come questo appaiono particolarmente gravi. La libertà di espressione e di opinione sono valori fondamentali della nostra società, ma non possono essere usati come alibi per offendere la memoria di quanti, come Aldo Moro e Marco Biagi, hanno pagato con la vita il loro impegno per lo Stato e per il bene comune", continua il sindacato con una nota del segretario provinciale Amedeo Landino, che chiede "alle autorità competenti di fare chiarezza su quanto accaduto e di adottare le misure necessarie affinché simili manifestazioni di cattivo gusto e mancanza di rispetto non abbiano più a ripetersi".