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Covid 19

A 91 anni, invalida, è ancora senza vaccino Covid-19. Accade in provincia di Caltanissetta

Attilio Gerbino aspetta da 74 giorni che gli venga comunicata la data in cui sua madre, 91 anni, riceverà la vaccinazione domiciliare anti Covid-19. Vive a Riesi, un piccolo centro in provincia di Caltanissetta, “e mi confronto quotidianamente con persone nelle mie stesse condizioni”. Il call center dedicato non risponde, l’attesa si fa snervante e nel suo Comune i contagi sono in crescita. Il sindaco, ieri, ha inviato una lettera all’Asp nissena per chiedere aiuto. “Noi questa battaglia contro il Covid-19 non la potremo mai vincere”, comincia la missiva del primo cittadino.
A cura di Luisa Santangelo
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"Noi questa battaglia contro il Covid-19 non la potremo mai vincere, anche perché non ci state proprio aiutando". Salvatore Chianchia è il sindaco di Riesi, in provincia di Caltanissetta, e ha scritto ieri una lettera di fuoco all'Azienda sanitaria provinciale del suo territorio. Un elenco puntato che comincia con l'atto d'accusa nei confronti dell'Asp: tamponi o risultati troppo lenti, vaccinazioni da fare solo al di fuori del territorio comunale e, soprattutto, ultraottantenni non trasportabili ancora senza vaccino, da mesi. Come la mamma di Attilio Gerbino, professore di Storia dell'arte e figlio di una donna di 91 anni, invalida, per la quale attende la vaccinazione dal 21 febbraio. Ieri, dopo le rimostranze del primo cittadino del Comune, l'Asp ha chiesto di inviare una email con la richiesta di vaccinazione domiciliare e un certificato di non trasportabilità redatto dal medico di base. Un ulteriore passaggio burocratico, una nuova prenotazione, sebbene sia stata fatta ormai tempo fa quella sulla piattaforma nazionale.

Il 21 febbraio Attilio Gerbino ha prenotato la vaccinazione per sua madre. Lo ha fatto sulla piattaforma nazionale messa in piedi da Poste Italiane, quella che da sempre gestisce l'erogazione del siero anti-Covid agli aventi diritto. Finita la procedura, a Gerbino è apparsa una schermata nella quale veniva informato che sarebbe stato contattato telefonicamente per conoscere la data in cui il personale sanitario si sarebbe presentato in casa sua per effettuare la vaccinazione a sua madre. I giorni hanno cominciato ad accumularsi e, con essi, l'impazienza: lui e sua sorella, caregiver dell'anziana, vivono praticamente blindati in casa. Tentano in ogni modo di evitare che il contagio possa varcare le soglie dell'abitazione di un soggetto fragile come la loro madre. E il tutto in un Comune in cui, a ieri, erano registrati 90 positivi. Dopo che, a metà aprile, la diffusione di Covid-19 sul territorio sembrava essere sotto controllo.

"Ho cominciato a telefonare al call center dedicato dell'Asp di Caltanissetta", racconta Gerbino. In un solo giorno è arrivato a provare fino a 50 volte. Senza alcun risultato. Quando ritenta, davanti alla telecamera di Fanpage.it, l'esito è lo stesso: troppe telefonate, le linee sono intasate, nessuno risponde. "La sola volta che sono riuscito a prendere la linea, l'operatrice mi ha detto di chiamare Gela (uno dei distretti sanitari dell'Asp di Caltanissetta, ndr). Genericamente Gela. Così ho telefonato al centralino dell'ospedale, da lì mi hanno rinviato all'Usca di Gela e, dall'Usca di Gela, mi hanno detto di riprovare con il centralino di Caltanissetta". Un cane che si morde la coda. Alle telefonate si sono aggiunte le email e, in ultimo, anche un sms a un numero comunicato dall'Azienda sanitaria provinciale. "Nessun risultato neanche da lì, solo che dovevo aspettare".

Ma quanto? Da oggi per la Sicilia è possibile per gli over 50 prenotare la vaccinazione.  Dal 7 maggio, inoltre, prende il via la campagna di immunizzazione degli abitanti maggiorenni delle isole minori e dei lavoratori stagionali non residenti. Prima tocca a Salina, Lampedusa e Linosa, il 10 maggio partiranno anche gli altri Comuni. Ma in provincia di Caltanissetta ci sono ancora ultraottantenni che aspettano. "Sono arrabbiato – conclude Attilio Gerbino – Perché sembra tutto un vicolo cieco. Mi confronto quotidianamente con amici nelle stesse condizioni. E poi parlo con chi vive e lavora nelle altre province, e lì invece le cose sembrano funzionare". Adesso un nuovo passaggio: una email con il certificato di intrasportabilità. Nella speranza che questa, dopo 74 giorni di attesa, sia la volta buona.

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