“A 53 anni ho perso tutto e mi sono trasferito a Edimburgo: non è mai troppo tardi per ricominciare”
Claudio è originario di Treviso, oggi ha 62 anni ma a 53 ha deciso di trasferirsi in Scozia. "Voglio raccontare la mia storia perché mi sono spostato a un'età in cui le persone difficilmente pensano di farlo. Il messaggio che vorrei lanciare è: non è mai troppo tardi", ha spiegato a Fanpage.it.
"Di solito chi si sposta oggi è un neolaureato o comunque una persona molto giovane. Ma io sono dovuto andare all'estero per trovare quello che l'Italia in 8 anni non ha saputo darmi, un lavoro dignitoso", aggiunge il 62enne che ci ha raccontato la sua storia.
Quando e perché hai lasciato l'Italia?
In Italia ero a partita IVA ma nel 2007 la ditta per cui lavoravo ha chiuso. Mi sono trovato a cercare altri lavori ma, complice la crisi, ho trovato solo impieghi sottopagati. E anche il sistema fiscale italiano diciamo che non mi ha molto aiutato.
In tutto questo, è finito anche il mio matrimonio e nel 2013 sono stato mandato via di casa. Ho vissuto per un periodo da un amico e all'epoca, francamente, non vedevo prospettive per il futuro.
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Vivevo solo di lavoretti, non avevo nemmeno i soldi per prendere un gelato con i miei figli. Ho passato due anni veramente difficili. A quel punto, ho pensato di trasferirmi, visto che sapevo bene l'inglese. Ho detto: "Proviamo, che cos'ho da perdere?".
E come mai hai scelto proprio la Scozia?
Inizialmente avevo pensato di andare a Londra ma alcuni amici mi dissero che era diventata molto costosa. La mia idea era trovare lavoro all'estero per riuscire a mandare qualcosa a casa. Ho scelto la Scozia su consiglio di un mio amico che si era trasferito un anno e mezzo prima di me a Edimburgo e lavorava come telefonista.
Mi ha detto di mandare un curriculum e l'ho fatto, era un venerdì. Il lunedì mi avevano già risposto chiedendomi di fare un colloquio, non come in Italia che ne mandi mille e non risponde nessuno. Purtroppo, non sono riuscito a organizzarmi ma in una settimana ho dato una svolta alla mia vita.
Ho venduto la macchina, con quei pochi soldi ho preso il biglietto aereo e sono arrivato qui con 1750 euro in tasca. Questo amico mi ha ospitato una settimana a casa sua e nel mentre mi sono messo a cercare un alloggio. Con un po' di fortuna ho trovato una stanzetta con angolo cottura e bagno condiviso.
Poi sono andato a fare un colloquio che purtroppo non è andato bene. Da lì, per due giorni consecutivi, sono andato in giro e ho lasciato il curriculum in diversi posti. E così sono finito a fare il commesso in un negozio di abbigliamento. Ho concluso quest'esperienza, per una serie di motivi, ma poco dopo ho trovato un nuovo lavoro in un altro negozio.
Nel 2020 è arrivato il Covid, il negozio ha chiuso e ci hanno licenziato tutti. Era febbraio. Tutte le attività commerciali con il Covid non cercavano personale perché tutto era fermo. Quindi, ho fatto domande per il settore dell'assistenza e ho mandato alcuni curriculum.
Avevo già 58 anni. Un giorno mi hanno chiamato per fare un colloquio online, durante il quale per un'ora abbiamo parlato di cose che non erano assolutamente inerenti al lavoro. Alla fine mi hanno spiegato che, dovendo lavorare con pazienti disabili, volevano valutare se capissi bene l'inglese e se fossi una persona estroversa ed empatica.
A maggio ho iniziato a lavorare in questo centro come Oss (Operatore socio-sanitario) e poco dopo ho preso il diploma di support worker. In Italia questa cosa non mi sarebbe mai successa. Ora lavoro qui da cinque anni e sono diventato manager della struttura. Non navigo nell'oro ma ho un buono stipendio, riesco a mandare i soldi a casa e a vivere dignitosamente.
Cosa ami di Edimburgo?
Qui i servizi pubblici funzionano perfettamente e a 60 anni danno una tessera per viaggiare gratuitamente su tutti i bus della Scozia, il che vuol dire tanto. Mi piace moltissimo anche la gente che, in linea di massima, è estremamente cordiale, gentile. Quando sono arrivato qui in tanti mi hanno dato una mano.
E soprattutto non sono giudicanti, quello che fai nella tua vita privata non interessa a nessuno. C'è una grande apertura mentale. Molti dicono che il clima non è il massimo, però vorrei sfatare il mito del tempo solo freddo e piovoso. Non è sempre così, ci sono anche bellissime giornate.
In più, Edimburgo è una città splendida, ci sono sia le colline che il mare, non mi manca nulla. Anche il costo della vita non è così alto, quando torno in Italia mi rendo conto che i prezzi sono più o meno come quelli che ci sono qui. Però gli stipendi sono più alti di quelli italiani. E abbiamo anche il minimum wage, il salario minimo.
A cosa invece non ti sei ancora abituato?
Io non sono mai stato un grande amante del pub e dello stile di vita della working class, che il sabato sera va al pub a bere birra. Gli scozzesi non sono tirchi e spendono davvero tanto in queste situazioni.
Ma non è proprio una cosa nelle mie corde, io qui faccio una vita molto tranquilla. Mi piace stare a casa e guardare un film, oppure suonare il piano. Nel tempo libero mi piace visitare la Scozia, scoprire questo Paese. Vado al pub ogni tanto con amici, ecco, una volta al mese.
E con il cibo come ti trovi?
Io cucino a casa, vado al supermercato e trovo quasi tutti i prodotti che mi servono. Mentre gli scozzesi comprano tanto al take-away, io preparando tutto a casa posso continuare a mangiare italiano.
Loro hanno pochi piatti locali, il salmone, che è molto buono, e l'haggis (un insaccato a base di interiora di pecora, ndr), che ha un sapore molto particolare, ma non c'è grande varietà.
Ti manca l'Italia?
Sinceramente no. Quando sono arrivato qui, ce l'avevo proprio con l'Italia e subito mi si sono aperte tante porte. In Scozia è bastato andare in un solo ufficio per fare il codice fiscale, mentre la richiesta per il settled status (il permesso per vivere nel Regno Unito, ndr) l'ho fatta online. Dopo tanti anni che sono qui, vedo le differenze e i bizantinismi del nostro Paese.
Non voglio dire che qui è il paradiso. Per esempio, hanno un altissimo tasso di tossicodipendenza, che è un grosso problema. Però sono tanti anni che vivo a Edimburgo e non mi è mai successo nulla, c'è molta sicurezza.
Invece, quando andavo in certe zone di Padova o a Milano per lavoro avevo un po' di timore. Un'altra cosa: qui cose come il razzismo e il sessismo vengono punite in modo molto severo. La legge tutela le persone che denunciano queste discriminazioni.
Tu sei partito per necessità ma oggi, guardando indietro, rifaresti questa scelta?
Quando sono partito, l'ho fatto perché non avevo prospettive, non trovavo un lavoro che mi permettesse di vivere dignitosamente. Se avessi avuto uno stipendio adeguato, forse non ci avrei mai pensato. Ma ora, se mi dicessero di tornare in Italia, offrendomi gli stessi soldi, non tornerei.
Non è più una questione solo di denaro, ma proprio di modo di vivere e di essere. In rete leggo spesso post di persone che scrivono: "Ormai ho 40 anni, sono troppo vecchio per emigrare, dove vado alla mia età?". Ma dico: ‘Buttatevi!'; io l'ho fatto perché stare in Italia lamentandosi non risolve niente.
Le cose vanno guadagnate, ovviamente, quando sono arrivato qui il lavoro sono andato a cercarmelo. Ma, se ti dai da fare, vieni premiato. E il mio messaggio è: non è mai troppo tardi per ricominciare.