A 27 anni muore sotto gli occhi dei colleghi, la mamma: “Era stato male, gli avevo chiesto di non lavorare”

È morto folgorato Umberto Coghetto, 27 anni compiuti lo scorso 9 dicembre, mentre montava una tensostruttura all'interno della ditta Agraria Tocchio ad Agna. Il giovane era al termine del suo turno di lavoro quando, per cause da accertare, è rimasto folgorato in seguito forse a una distrazione fatale. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della Compagnia di Piove di Sacco e dal personale dello Spisal dell'Ulss 6 Euganea, il 27enne avrebbe urtato involontariamente i cavi dell'alta tensione. Pochi secondi e per l'uomo non vi è stato nulla da fare.
Coghetto viveva a Nervesa della Battaglia con la famiglia. Sconvolti i dipendenti e i titolari dell'azienda. L'incidente è avvenuto nel pomeriggio di ieri, venerdì 7 marzo, ad Agna. "Non era stato bene – ha raccontato la mamma di Coghetto – e gli avevo detto di non andare al lavoro. Non mi ha ascoltato e ora non c'è più. Nella mia vita resta ora solo dolore e solitudine". La comunità si è stretta attorno ai genitori della vittima. Era stato il padre del 27enne ad avviare la ditta con sede a Nervesa per poi dismetterla. Un anno fa Umberto aveva deciso di rilevarla, abbandonando il suo precedente lavoro da cuoco.
Aveva aperto la “Br Technology” e il papà era diventato suo dipendente. Molto apprezzato per il lavoro che svolgeva, Coghetto amava profondamente la sua ditta, una "figlia" che aveva tirato su con sacrificio. Gli amici e i colleghi lo ricordano come una persona solare che dopo il lavoro raggiungeva la comitiva di sempre in piazza per trascorrere qualche ora in compagnia. "Arrivava verso le 23 e la serata ripartiva – ricordano gli amici -. Cercava di divertirsi e far divertire anche quando era stanchissimo, con il suo sorriso buono e mai di circostanza. Se poteva, aiutava tutti".
La tragedia, stando a quanto finora ricostruito, si è verificata sotto gli occhi dei colleghi di lavoro che hanno subito allertato i soccorsi. Il 118 è intervenuto immediatamente sul posto, ma per l'uomo non vi è stato nulla da fare.
"Non si può morire sul lavoro a 27 anni – ha affermato il segretario generale della Cgil di Treviso, Mauro Visentin -. Un altro trevigiano ha perso la vita e così continua uno spietato bagno di sangue che fa orrore. L'inerzia delle istituzioni e delle rappresentanze industriali non colma i vuoti sul fronte della prevenzione degli incidenti sul lavoro. Il sindacato non smetterà mai di denunciare la mancanza di impegno per la sicurezza dei lavoratori".