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A 13 anni muore cadendo dal palazzo mentre è col fidanzato 15enne, la sorella: “Lui era ossessionato”

“La mamma e i familiari non credono assolutamente all’ipotesi di suicidio così come non credono assolutamente all’ipotesi di caduta accidentale” ha spiegato l’avvocato dei parenti della 13enne morta Piacenza, dopo le affermazioni del ragazzino che risulta indagato a piede libero per omicidio come atto dovuto in vista dell’autopsia.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di archivio
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Non credono al suicidio e nemmeno a una caduta accidentale i genitori della tredicenne morta cadendo da un palazzo a Piacenza mentre era in compagnia del fidanzatino di 15 anni. "La mamma e i familiari non credono assolutamente all'ipotesi di suicidio così come non credono assolutamente all'ipotesi di caduta accidentale” ha spiegato infatti l’avvocato dei parenti della minorenne dopo le affermazioni del ragazzino, secondo il quale, invece, si sarebbe trattato di un gesto volontario.

"Non era il tipo da buttarsi, stava pianificando anche un viaggio a Parigi con la mamma" avevano rivelato subito i parenti nell’immediatezza dei fatti, nella mattinata di venerdì scorso. Parenti e amici parlano di rapporto conflittuale tra i due ragazzini e addirittura la sorella maggiore della 13enne racconta sui social di una relazione malata e di un ragazzo ossessionato. La mamma avrebbe riferito che pochi giorni prima la figlia aveva segnalato ai servizi sociali il comportamento del fidanzato ritenuto ossessivo e geloso con le difficoltà da parte della ragazza a interrompere la relazione. Per questo potrebbe presentare anche una denuncia agli inquirenti per ricostruire i presunti episodi subiti dalla ragazza.

"L'ha buttata giù lui, non era pazza, né depressa, è stata l'ennesima vittima di violenza" è lo sfogo pubblico sui social della sorella della ragazza di 13 anni. "Era ossessionato da lei, ha provato in tutti i modi a liberarsi di questo reietto", scrive sui social pubblicato anche alcuni screenshot delle chat tra i due minori e commentando: "Ennesima vittima di femminicidio".

Nessuno della famiglia crede minimamente all’ipotesi suicidio, un concetto ribadito attraverso il legale dopo l’interrogatorio del 15enne che risulta indagato a piede libero per omicidio come atto dovuto per permettergli di nominare un proprio consulente per l’autopsia.

Proprio dall’autopsia sul corpo della giovanissima vittima, che sarà condotto lunedì 28 ottobre presso l'Istituto di Medicina Legale di Pavia, pm e avvocati cercano le prime risposte ai tanti interrogativi che ha posto la tragica vicenda della 13enne. “L’esito della perizia autoptica sarà dirimente per la ricostruzione della dinamica” ha dichiarato l’avvocato Lorenza Dordoni, difensore della madre della 13enne.

L’esame post mortem “unitamente alle testimonianze raccolte, ai rilievi fatti dai carabinieri, si arriverà alla ricostruzione della dinamica di questo tristissimo evento" ha aggiunto la legale, concludendo: “La ricostruzione dei fatti è affidata ovviamente al sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Bologna unitamente al nucleo investigativo dei carabinieri, che da quando si è verificato il fatto, dalla mattinata di venerdì, stanno lavorando alacremente, senza trascurare alcun particolare".

Secondo quanto ricostruito finora, venerdì mattina la 13enne non era andata a scuola. Per qualche motivo era salita insieme al giovane sul balconcino condominiale del palazzo in cui abitava con madre e sorella e da lì è caduta. “Al momento non è ancora possibile esprimersi sulla natura accidentale o volontaria della caduta, né se la stessa sia stata procurata da terzi" ha spiegato il procuratore capo Giuseppe Di Giorgio.

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