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50 milioni al mese per tenere i soldati in Afghanistan. È ora di farli tornare. Vivi.

Al di là di ogni retorica militarista, o pacifista, qualcuno può spiegare perchè teniamo ancora 4mila soldati lì, e perchè spendiamo tutti questi soldi solo per vederli rientrare cadaveri nelle bandiere?
A cura di Antonio Menna
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Giuseppe La Rosa, dilaniato da una bomba a mano, è solo l'ultimo. Prima di lui, in Afghanistan, sono morti altri 53 italiani. Scontri a fuoco, bombe, razzi. Sono militari armati in un teatro di guerra, la morte è compagna di viaggio. Ma la domanda, oggi, è un'altra: che ci fanno lì? La missione è cominciata nel 2003: due anni dopo le Torri gemelle. Gli Usa, contro Al Qaeda, vollero colpire Iraq e Afghanistan, per rovesciare i vecchi regimi e insediare governi amici. Le chiamarono missioni di pace, ma erano guerre. Non dell'Onu, naturalmente, ma della Nato: 130mila soldati, 90mila americani, 4mila italiani. L'Italia da allora spende circa 50 milioni di euro al mese. Sono passati 10 anni. Al di là di ogni retorica militarista, o pacifista, qualcuno può spiegare perchè teniamo ancora 4mila soldati lì, e perchè spendiamo tutti questi soldi solo per vederli rientrare cadaveri nelle bandiere? Si possono utilizzare meglio queste risorse? Io penso di sì. È ora di farli tornare. Vivi.

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Antonio Menna, giornalista, scrittore autore tra gli altri del libro "Se Steve Jobs fosse nato a Napoli".
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