20mila euro al mese alla moglie perché ha sacrificato il lavoro per la carriera del marito
Luca Bettonte, amministratore delegato di Erg, non ha ottenuto quanto sperato dall'azione legale con cui sperava di poter ridurre l'assegno di "mantenimento" della ex moglie. La Corte d'appello di Genova ha deciso infatti di rigettare la richiesta di riduzione da 20.000 euro mensili a 3.300 e così anche circa la restituzione di 300.000 euro. Il dirigente italiano avanzava le sue pretese anche alla luce della sentenza emessa il 10 maggio 2017 dalla Corte di Cassazione, con la quale, in riferimento al divorzio tra l'ex ministro dell'economia Vittorio Grilli e Lisa Lowenstein, veniva delineato un nuovo criterio di valutazione del mantenimento, pensato non più sul tenore di vita durante gli anni del matrimonio, ma sulla "indipendenza economica dell'ex coniuge". Si trattò di una sentenza che fece subito giurisprudenza e che coinvolse anche Silvio Berlusconi, cui è stata accordata la restituzione di 40 milioni di euro dall'ex consorte Veronica Lario.
Sulla scorta di quella sentenza, Bettonte, insieme al legale Elvira Machi, ha fatto notare che 20mila di euro mensili, cui bisogna aggiungere proprietà immobiliare e l'assegno per il mantenimento del figlio, sono di molto superiori al criterio dell' "indipendenza economica". Il posizione della Corte d'Apello, espresso dai giudici Rossella Atzeni, Daniela Veglia e Franco Davini, è stata però di diverso parere, argomentando la conferma della sentenza di divorzio sul sacrificio della moglie per il marito, e quindi su un danno ricevuto. L'ex coniuge, infatti, ha accantonato la propria professione di igienista dentale 25 anni fa per favorire la carriera del marito, il che ha comportato l'impossibilità di "rimettersi in gioco" sul mercato del lavoro, una volta tornata nubile. Come riportato nelle osservazioni della Corte d'appello:
Le possibilità che trovi un nuovo lavoro sono estremamente scarse. La preparazione professionale è da ritenersi obsoleta […] qualsiasi ragazza che si affaccia al mondo del lavoro come igienista dentale è in grado di offrire prestazioni superiori e non ci sono elementi per ritenere che trovi collocazione in un altro settore.
La stessa proprietà immobiliare non basta per la Corte d'Appello a giustificare una rivalutazione dei contributi, poiché "la villa nelle Marche non risulta idonea di per sé a vivere in autonomia, essendo una casa delle vacanze in località di minore importanza". Inoltre, rilevano ancora i giudici, bisogna tenere "conto dell'età e delle condizioni di salute: [la donna, Ndr] dovrà essere in grado di accantonare somme per un’eventuale assistenza sanitaria… Anche facendo riferimento al principio di auto-responsabilità economica fissato con la Cassazione 11504/2017 e in attesa della decisione delle Sezioni Unite, ci sono i presupposti per concedere l’assegno".