A cura di
Giulio Cavalli
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L'iniziativa è di Medici Senza Frontiere che ne ha fatto un sito ad hoc: sfatare i miti sbagliati sull'immigrazione è il punto di partenza, dice l'organizzazione internazionale, per "restituire umanità al tema delle migrazioni forzate e garantire il diritto di tutti ad avere salva la vita". Sono in molti, tra associazioni e semplici cittadini, a portare strenuamente aventi la battaglia per il debunking per il populismo delle argomentazioni (spesso populisti) degli xenofobi ma MSF ha deciso di metterle in fila, una per una.
- Gli immigrati portano le malattie e non sono controllati, si dice. Nel suo rapporto MSF chiarisce come Tubercolosi, Ebola e scabbia (che sono le tre malattie più attribuite agli immigrati) in realtà non abbiamo visto negli ultimi anni nessuna particolare incidenza. Non solo: il breve periodo d'incubazione dell'Ebola, scrive l'associazione dei medici, "vanifica la possibilità che una persona infettata si avventuri verso l’Europa in un viaggio che generalmente dura diversi mesi." Anche i controlli medici dopo la fase di sbarco sono garantiti " procedure di screening sanitario in tutte le fasi del transito in Italia (dallo sbarco all’ingresso nei centri di accoglienza)."
- Sono trattati meglio degli italiani e prendono 35 euro al giorno. MSF chiarisce che "In Italia, il sistema di accoglienza è gestito dal Ministero dell’Interno e comprende centri di prima e seconda accoglienza. L’insieme delle strutture ordinarie e dei servizi predisposti dalle autorità centrali e dagli enti locali è largamente insufficiente, tanto che più del 70% dei richiedenti asilo è attualmente ospitato in strutture temporanee e straordinarie". Per quanto riguarda il mito dei 35 euro, scrive l'associazione, "questi soldi non vanno in tasca ai richiedenti asilo, ma agli enti che si occupano della gestione dei centri e ne sostengono i costi (affitto delle strutture, salari per gli operatori, vitto e servizi di base per gli ospiti). In media, solo 2,5 euro al giorno – il cosiddetto “pocket money” – vengono corrisposti direttamente al richiedente asilo per le sue piccole spese quotidiane (ricariche telefoniche per chiamare i parenti nei paesi d’origine, acquisti di generi alimentari e non, ecc…). Questi fondi per l’accoglienza vengono peraltro stanziati in parte rilevante dall’Unione Europea".
- Aiutiamoli a casa loro. Scrive MSF: "La comunità internazionale da decenni si pone come obiettivo di eliminare la fame e la povertà estrema ma, nonostante gli sforzi e gli investimenti, i risultati sono ancora insufficienti. E in ogni caso, gli aiuti internazionali da soli non bastano a consentire il rientro a casa in sicurezza di chi fugge da conflitti, persecuzioni e violenza. In alcuni contesti, poi, l’instabilità è tale che non esistono le garanzie minime di sicurezza necessarie per mantenere programmi di assistenza."
- Hanno lo smartphone. Certo, perché il telefono per un migrante è un bene di prima necessità per "stare in contatto con i propri familiari", "per capire dove ci si trova, attraverso la geolocalizzazione" e "per condividere informazioni fondamentali su rotte, mappe, pericoli alle frontiere, blocchi." Proprio per questo MSF fornisce "alle persone in fuga postazioni per ricaricare il proprio cellulare e connessione wi-fi, e diverse organizzazioni umanitarie forniscono app per facilitare la richiesta di aiuto per le persone in fuga".
- Vengono tutti qui. Ci invadono. Scrive Medici Senza Frontiere: "In Italia si trovano 118.000 rifugiati (ovvero 1,9 ogni 1000 cittadini italiani) e 60.000 richiedenti asilo. Va detto che l’Italia è agli ultimi posti in Europa per incidenza dei rifugiati sulla popolazione totale: i primi in classifica sono la Svezia (17,4 ogni 1000), Malta (16,5), la Norvegia (9,8) e la Svizzera (8,9)." I numeri, del resto, non mentono. E anche l'Europa non è la meta preferita: "Le statistiche ufficiali dicono che la maggior parte delle persone in fuga si sposta verso i paesi limitrofi al proprio, non si “imbarca” per l’Europa. Degli oltre 65 milioni di persone nel mondo costrette alla fuga nel 2015, ben l’86% resta nelle regioni più povere del pianeta. Il 39% si trova in Medio Oriente e Nord Africa, il 29% in Africa, il 14% in Asia e Pacifico, il 12% nelle Americhe, solo il 6% in Europa."
- Sono tutti uomini palestrati. Certo. Come scrive MSF: "La maggioranza delle persone che arrivano in Europa è rappresentata da giovani uomini perché hanno una condizione fisica migliore per poter affrontare un viaggio così duro. Spesso sono le stesse famiglie a mandarli per primi, sperando un giorno di potersi ricongiungere. Tuttavia, il numero di famiglie, donne e minori non accompagnati è in aumento. Nel 2015, secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), di circa un milione di persone arrivate in Grecia, in Italia o Spagna via mare, il 17% è costituito da donne e il 25% da bambini."
- Ci rubano il lavoro. E qui ci parlano i numeri: "Un recente rapporto del Centro Studi di Confindustria¹ ha evidenziato gli effetti positivi dell’immigrazione sul mercato del lavoro italiano, osservando, per settore di attività e tipo di professione, la prevalenza anche nel nostro paese di andamenti simmetrici dell’occupazione straniera rispetto a quella italiana (al crescere della prima, cresce anche la seconda), sia nell’industria in senso stretto sia nelle costruzioni, e per occupazioni più o meno qualificate. Diverso invece il quadro nei settori dell’agricoltura e dei servizi, nei quali gli immigrati spesso svolgono mansioni che gli italiani non sarebbero comunque disponibili a svolgere, al punto che molte attività agricole devono la loro sopravvivenza alla disponibilità di manodopera straniera.[…] La presenza di lavoratori immigrati rappresenta una ricchezza per il nostro paese anche dal punto di vista della finanza pubblica. Secondo quanto rilevato dall’INPS³, ogni anno gli immigrati versano 8 miliardi di euro di contributi sociali, e ne ricevono 3 in termini di pensioni e altre prestazioni sociali, con un saldo netto di circa 5 miliardi.".
- Non è vero che scappano dalla guerra. MSF su questo è chiara: "La distinzione tra rifugiati e migranti economici è una semplificazione. I motivi che spingono le persone a fuggire dai propri Paesi sono diversi e spesso correlati tra loro: guerre (Siria, Iraq, Nigeria, Afghanistan, Sud Sudan, Yemen, Somalia), instabilità politica e militare (Mali), regimi oppressivi (Eritrea, Gambia), violenze (lago Chad), povertà estrema (Senegal, Costa d'Avorio, Tunisia)."
- Arrivano i terroristi. Per MSF in realtà il pericolo è proprio la strumentalizzazione del terrore: "È importante ribadire questo concetto – scrivono – : i rifugiati non sono terroristi, ma vittime del terrore. In molte circostanze sono persone che sono state costrette ad abbandonare le loro case da quegli stessi gruppi terroristici a cui erroneamente intendiamo associarli. Il vero rischio che corriamo è che la strumentalizzazione di queste paure – da parte di alcuni media che puntano ad aumentare la propria audience e di politici in cerca di voti – contribuisca a rafforzare lo stigma nei confronti di persone che sono costrette a fuggire per cercare in Europa sicurezza e condizioni di vita più dignitose rispetto all’inferno che hanno lasciato alle loro spalle".
- Sono pericolosi. Secondo MSF "sono più vulnerabili che pericolosi. Numerosi studi internazionali hanno evidenziato l’inesistenza di una corrispondenza diretta tra l’aumento della popolazione immigrata e l’incremento del numero di denunce per reati penali. E’ pur vero che sono molti i detenuti stranieri nelle carceri italiane (il 34% dei reclusi, al 30 settembre 2016), ma ciò è dovuto a una serie di fattori precisi. In particolare, a parità di reato gli stranieri vengono sottoposti a misure di carcerazione preventiva molto più spesso degli italiani, che ottengono invece con maggiore facilità gli arresti domiciliari (o misure cautelari alternative alla detenzione, una volta emessa la condanna)".
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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli".
Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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