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Attentati in Iraq, morte almeno 30 persone

Nella capitale e nei dintorni si contano almeno 17 morti. Sotto attacco i quartieri a prevalenza sciita. Altri attentati nelle zone di Kirkuk, Salaheddin e Diyala.
A cura di Daniela Caruso
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Attentati in Iraq

Sono almeno trenta le persone decedute nell'ondata di attentati che si sono avuti in diverse province dell'Iraq. A Baghdad sono stati colpiti i quartieri abitati in prevalenza da sciiti: si contano 17 morti nelle aree circostanti, mentre a Kirkuk hanno perso la vita in nove. Altre tre vittime si sono avute nella provincia di Salaheddin, dove è esplosa un'autobomba. Un kamikaze, inoltre, ha ucciso un ufficiale di polizia nella provincia di Diyala. Tra il 2006 e il 2007, nonostante la violenza sia scemata, in realtà si contano ancora decine e decine di attentati che hanno provocato centinaia di vittime.

In Iraq le tensioni tra sciiti, sunniti e curdi non sembrano volersi arrestare, anche per quel che riguarda i fragili rapporti fra i vari esponenti che compongono la coalizione di governo. Gli attentati sono ripresi proprio quando il 18 dicembre 2011 si è operato il ritiro dei soldati statunitensi e dopo che per Tareq al Hashemi, vicepresidente sunnita, è stato emesso un ordine di arresto. Al Hashemi, infatti, fu accusato di terrorismo. Questo episodio ha scatenato una serie di attacchi nelle diverse città del Paese, provocando, inoltre, una profonda crisi politica che, in gran parte, viene pagata dai civili.

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