Attacco Londra, liberi nove degli 11 arrestati. Diffusa la foto dell’attentatore
Proseguono sotto il massimo riserbo le indagini sull’attacco di Londra, avvenuto tre giorni fa all’ombra del Big Ben. Delle undici persone arrestate nelle ore immediatamente successive all'attentato, ne sono state libera nove. In totale, erano finiti in manette sette uomini e quattro donne, di età compresa tra i 21 e i 58 anni, durante i blitz compiuti da Scotland Yard a Birmingham (otto), dove l’attentatore Khalid Masood aveva vissuto prima di trasferirsi nei mesi scorsi nelle West Midlands, e Manchester (due) e a Londra (uno). Tutti ammanettati perché "sospettati di preparare atti terroristici”. Molti di questi sono ora di nuovo a piede libero. Restano in carcere solo due uomini, presumibilmente quelli che Scotland Yard aveva definito arresti "rilevanti". Si tratta di un 27 enne e di un 58 enne, entrambi arrestati a Birmingham. La polizia non ha rivelato la loro identità né le accuse a loro carico.
Chi è veramente l'attentatore
La polizia mantiene il proprio riserbo anche sulle indagini sulla vita dell'attentatore. L'uomo, come abbiamo visto, aveva numerose identità: si faceva chiamare anche Adrian Russell Ajao, ma in realtà il suo vero nome anagrafico è Adrian Russell Elms. Il cognome gli sarebbe stato dato quindi dalle madre single, Janet Elms, che nel 1966, quando colui che poi diventerà Khalid Masood aveva due anni, si era sposata con Phillip Ajao. L'uomo che al volante di un Suv ha dapprima travolto i pedoni lungo il Westminter Bridge, uccidendone due e ferendone una cinquantina, ha usato in seguito anche il cognome del patrigno. Tante identità e anche tante località diverse dove Masood è vissuto, tra il Kent, Londra, Luton e infine Birmingham.
La conversione all’Islam di Adrian Russell è sicuramente uno dei punti fondamentali nell'indagine. La sua radicalizzazione risalirebbe al 2009, anche se il Sun, cita un amico di infanzia del futuro terrorista, sostiene che Adrian si sarebbe convertito subito dopo il suo primo soggiorno in prigione, nel 2000. Vicini di casa la fanno invece risalire all'uscita di prigione dopo il secondo arresto, quando Khalid se ne andò di casa abbandonando la sua donna, Jane Harvey, e le due figlie.
E' emerso inoltre che Masood era stato in Arabia Saudita tre volte. Avrebbe anche insegnato l'inglese, come confermato dall'ambasciata saudita, dal novembre del 2005 al novembre 2006; vi sarebbe poi tornato sei giorni nel marzo del 2015 con un viaggio organizzato da un'agenzia autorizzata. I servizi sauditi non lo avevano seguito ne risultano dei precedenti a suo carico.