Aspetta l’ex fuori dal lavoro e la massacra a coltellate: non voleva tornare con lui
L'aspetta davanti alla scuola dove lei lavora, nelle prime ore del pomeriggio di un caldo giovedì. Lei lo invita a salire a bordo della sua Lancia Y bianca, parcheggiata sul ciglio della strada, in mezzo ai passanti, per parlare tranquilli. Inizia un confronto sulla loro relazione terminata, dove lei, verosimilmente, fa cadere ogni speranza di lui di tornare insieme. Forse lui lo sapeva già, lo immaginava, attendeva solo il momento in cui lei dicesse alcune cose. Forse era preparato a sentire quelle parole, forse aveva già deciso, o forse no: quello che è certo è che con sé ha un coltellaccio da cucina. Lo estrae e si avventa su di lei: una coltellata al collo recide giugulare e trachea e un'altra all'addome, le apre la pancia. Poi rivolge lo stesso coltello verso se stesso e se lo pianta nell'addome.
Li trovano così i passanti che danno l'allarme in via Fermi, a Trebaseleghe, in provincia di Padova, davanti alla scuola dove Natasha Bettiolo, 46 anni, lavorava come cuoca. Lui grondante sangue, ma vivo, lei fredda. Poco dopo davanti all'auto bianca coperta da un lenzuolo, ci sono l'ex marito di Natasha, disperato e sotto choc e i figli di lei. Andrea, 28 anni, e Nicola, 25, straziati dal dolore. L'omicida, Luigi Sibilio, 35 anni, pizzaiolo di Napoli, è stato trasportato in ospedale dell'elisoccorso del Suem.
Davanti a una scuola, in pieno giorno e a cielo aperto è andato in scena il solito copione di morte chiamato femminicidio. Una madre, una lavoratrice, è stata uccisa dal suo ex compagno per motivi ‘passionali'. Non ha avuto scampo: impossibile per lei pensare che un confronto con il suo ex, in un luogo pubblico, potesse costarle la vita. È morta sul colpo, quasi senza comprendere cosa stesse succedendo.
Natasha era diventata madre giovanissima, a 17 anni, poi si era sposata con il marito con dal quale si era separata solo poco tempo prima e che era a piangerla in via Fermi davanti a quell'agghiacciante lenzuolo bianco. Aveva intrapreso una relazione con Luigi, napoletano trapiantato a Loreggia, e pizzaiolo in un locale di Santa Maria di Sala. Poi qualcosa in quella relazione si era incrinato.
Le condizioni di Sibilio sono gravi, tuttavia, su di lui pende l'accusa di omicidio volontario.