Articolo 18, Renzi: “Resti solo per licenziamenti discriminatori e disciplinari”
Nella giornata di oggi è in programma una attesissima Direzione Nazionale del Partito Democratico: il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha infatti annunciato la volontà di presentare il piano del Governo per la riforma del mercato del lavoro e del sistema di ammortizzatori sociali. I delegati democratici si esprimeranno dunque intorno al progetto di abolizione sostanziale dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (che dovrebbe rimanere solo per i licenziamenti discriminatori), nonché su quello di ampliamento del numero di lavoratori "tutelati" dallo Stato.
AGGIORNAMENTO: La lunga relazione del segretario del Partito Democratico parte dalla rivendicazione dei meriti del Governo e dai tanti tasselli del puzzle messi negli ultimi mesi: dal piano per la scuola al bonus degli 80 euro al mese in busta paga, passando per la politica estera con la nomina della Mogherini e le tante sfide sullo scacchiere internazionale. Un passaggio centrale è invece dedicato alla legge di stabilità ed alla massa di risorse che il Governo intende mettere a disposizione di manovre strategiche: "Il documento conterrà la copertura integrale per il bonus degli 80 euro, 1,5 miliardi per nuovi ammortizzatori sociali, 1 miliardo per scuola, 1 miliardo per lo spazio di patto per i comuni, 2 miliardi riduzione costo del lavoro".
Sulla questione articolo 18, centrale nella discussione odierna, Renzi spiega ancora una volta quale sia la necessità di un partito moderno di sinistra: "Dobbiamo essere nei luoghi della rappresentanza e dove c'è il cambiamento, ma soprattutto dobbiamo capire che essere di sinistra significa difendere i lavoratori, non i totem". Poi l'affondo: "L'articolo 1 della Costituzione dice che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, ma in realtà è affondata sulla rendita di posizione. Il lavoro si crea innovando, non difendendo le regole di 44 anni fa. […] L'attuale sistema del reintegro va superato, certo lasciandolo per discriminatorio e disciplinare. Quello che vi propongo è di cambiare". Alla modifica dell'articolo 18 poi bisogna affiancare un sistema di tutele e garanzie anche per chi al momento non ne ha.
Poi, rivolto ai sindacati, Renzi esplicita i termini della mediazione: "Sono disponibile a riaprire la sala verde di Palazzo Chigi, a confrontarmi anche la settimana prossima con Cgil, Cisl e Uil. Ma io li sfido su tre punti: una legge della rappresentanza sindacale, il salario minimo e il collegamento con la contrattazione di secondo livello".
In sostanza, dunque, il segretario del Partito Democratico ha spiegato quali risorse metterà a disposizione nella prossima legge di stabilità, confermando che per i nuovi ammortizzatori sociali la cifra è di 1,5 miliardi di euro. Su articolo 18 ha confermato la revisione della disciplina e la conferma delle tutele per licenziamenti discriminatori e disciplinari (la prima novità). L'apertura ai sindacati si sostanzia nello strumento della concertazione e nella necessità di una nuova legge sulla rappresentanza, sulla contrattazione e sul salario minimo.