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Pensioni, arriva quota 100: quante persone potranno anticipare il ritiro dal lavoro

L’introduzione di quota 100, a partire dal 2019, avvierà il superamento della legge Fornero in tema di pensioni. Restano però molti dubbi sul numero di lavoratori che potranno beneficiare di questa misura e su quanti decideranno di anticipare il ritiro dal lavoro nonostante la penalizzazione nell’assegno previdenziale.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’introduzione di quota 100, con il conseguente avvio del superamento della legge Fornero, sembra ormai avvicinarsi, rilievi della Commissione europea permettendo. Se il governo deciderà di non modificare la manovra, così come fatto intendere finora dai suoi esponenti, la riforma del sistema pensionistico dovrebbe iniziare nei primi mesi del 2019. Appurato che la quota 100 permetterà il ritiro anticipato dal mondo del lavoro per chi ha almeno 62 anni di età e 38 di contributi, resta da capire quante persone potranno effettivamente beneficiarne. Agi ha provato a scoprirlo attraverso un fact checking delle dichiarazioni di Luigi Di Maio a Porta a Porta: “Con quota 100 – affermava – mandiamo in pensione circa 500mila persone”. Dichiarazione che sembra essere smentita dai dati.

La quota 100 permette di andare in pensione con almeno 38 anni di contributi versati in quattro diverse finestre annuali. Per capire chi usufruirà di questa misura non viene però in aiuto alcuna simulazione del governo. Sicuramente è difficile effettuare un calcolo anche perché chi potrebbe usufruire di quota 100 potrebbe anche decidere di continuare a lavorare per evitare una riduzione sull’assegno previdenziale.

Una simulazione è stata effettuata da Tabula, una società fondata da Stefano Patriarca, ex consigliere di Paolo Gentiloni. Vengono ipotizzati due scenari. Il primo vede anche l’introduzione di quota 41, cioè la possibilità di uscire dal mondo del lavoro con 41,5 anni di contributi indipendentemente dall’età. In questo caso i potenziali beneficiari sarebbero 660mila. Ma la quota 41, almeno per il momento, non è prevista. C’è poi un secondo scenario, aderente alla manovra: viene introdotta solo quota 100. I possibili beneficiari sarebbero circa 350mila. Per un costo di 8,5 miliardi di euro nel 2011 e 11 miliardi per gli anni in cui la misura entrerà a regime.

I costi preventivati dalla manovra per quota 100 sono però diversi: si stima un impatto sul Pil dello 0,37%, quindi una spesa di circa 6,5 miliardi di euro. Molto meno della simulazione di Tabula che, inoltre, prevede solo 350mila persone. Le ipotesi sono due: o i due calcoli sono stati effettuati con criteri completamente diversi, o il governo punta a un numero più basso di persone che aderiranno all’anticipo pensionistico con la quota 100. In questo caso, però, saremmo ben lontani dalle 500mila persone ipotizzate da Di Maio. Fermo restando che, molto probabilmente, non tutti i lavoratori che potranno beneficare di quota 100 lo faranno, considerando le penalizzazioni sull’assegno che potrebbero arrivare – secondo le stime dell’Inps e di Tito Boeri – a incidere per 500 euro al mese.

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