Arriva quota 100: in pensione a 62 anni e almeno 38 anni di contributi
Nella legge di bilancio approvata ieri sera dal Consiglio dei Ministri, oltre al reddito di cittadinanza e alla flat tax figurano anche norme per la riforma del sistema pensionistico italiano. Il governo M5S-Lega intende introdurre il principio della cosiddetta "quota 100" per permettere ai lavoratori di andare in pensione ad almeno 62 anni di età e 38 di contributi versati. La misura prevede dunque che i lavoratori possano andare in pensione qualora la somma dell'età pensionabile e dei contributi versati faccia 100 e prevede inoltre quattro diverse finestre in cui potrà essere richiesta l'uscita dal mondo del lavoro. La finestra, in sostanza, è il periodo che va dalla maturazione del diritto alla pensione all'effettiva uscita dal lavoro.
"Nei primi tre mesi del 2019 partiranno il reddito di cittadinanza e la quota 100 che supererà la legge Fornero. Taglieremo le pensioni d'oro dai 4.500 euro in su. Per la prima volta utilizziamo i privilegi di pochi per pagare i diritti degli italiani, al contrario di quanto avveniva nel passato che si tagliavano i diritti per pagare i privilegi", ha spiegato Di Maio a Radio Radicale. In sostanza, da febbraio scatterà la quota 100 che permetterà di andare in pensione a 62 anni con 38 anni di contributi e successivamente – nelle intenzioni del governo – sarà prevista l'uscita dal mondo del lavoro con la quota 41, ovvero almeno 41 anni di contributi versati a prescindere dall'età, due in meno di quanto attualmente previsto dalla normativa in vigore (43 anni per i lavoratori uomini che hanno iniziato a lavorare precocemente).
"Per le donne si proroga ‘Opzione Donna‘, che permette alle lavoratrici con 58 anni, se dipendenti, o 59 anni, se autonome, e 35 anni di contributi, di andare in pensione", si legge inoltre nel comunicato diffuso da Palazzo Chigi dopo l'approvazione del testo della manovra. "Si abrogano i limiti di età per i pensionamenti previsti dalla legge Fornero, introducendo la ‘quota 100': si potrà andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi versati, favorendo così chi ha iniziato a lavorare in età molto giovane e al contempo agevolando il necessario ricambio generazionale nella Pubblica Amministrazione e nel privato", si legge ancora nella nota di Palazzo Chigi.
La legge di bilancio, inoltre, prevede un intervento sulle cosiddette "pensioni d'oro" sopra i 4.500 euro mensili, intervento che mira a rimodulare "i trattamenti pensionistici più elevati e renderli più equi in considerazione dei contributi versati".