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Arresto genitori Renzi, lo sfogo del padre Tiziano: “Chiusi in casa come dei criminali”

Tiziano Renzi e Laura Bovoli, agli arresti domiciliari da due giorni, saranno sentiti lunedì 25 febbraio dal gip Angela Fantechi. La data dell’interrogatorio di garanzia è stata comunicata ieri nella tarda serata ai difensori e confermata stamani da fonti del palazzo di Giustizia. Renzi: “Hanno messo al gabbio mia madre, di più non potevano fare. Ora loro hanno finito e inizio io”
A cura di Annalisa Cangemi
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I genitori di Matteo Renzi, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, sono agli arresti domiciliari da due giorni nella loro abitazione di Rignano. Entrambi sono accusati di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni. La notizia ha generato un vero e proprio terremoto politico e mediatico, soprattutto perché è arrivata nello stesso giorno delle votazioni online su Rousseau e, secondo quanto hanno detto i dem renziani, compatti in difesa dell'ex premier, l'inchiesta è riuscita a distogliere l'attenzione dal caso Diciotti, e dai problemi tecnici sulla piattaforma del M5S. "Se uno è pericoloso socialmente tanto da arrestarlo – spiegavano ieri parlamentari vicini a Renzi – non è che lo lasci in giro quattro mesi. E poi lo arresti alle sette di sera, mentre votano sulla Diciotti?".

Il padre di Renzi ha scritto un lungo post su Facebook, con dei ringraziamenti per chi in queste ore ha espresso vicinanza a lui e alla moglie: "Non auguro a nessuno – nemmeno al mio peggiore nemico – di vivere mai ciò che la Lalla e io stiamo vivendo. Tuttavia ci prepariamo a una lunga vicenda giudiziaria consapevoli di un fatto: la verità prima o poi verrà fuori. Voglio che sia chiaro una cosa: i giornali sono pieni solo delle ricostruzioni dell’accusa.Io affermo qui (e purtroppo per il momento posso solo qui) che queste ricostruzioni sono FALSE. Come erano false le vicende del passato dalle quali siamo sempre usciti assolti. A tutti chiedo solo una cosa: aspettate i processi. Aspettate e vedremo chi ha ragione. Il massacro mediatico di questi giorni è incredibile".

E ancora: "Vorrei urlare il mio sdegno e invece sono chiuso in casa come un criminale. Posso solo dire questo: aspettate il processo. E vedrete. Qualcuno vuole fare il processo sui media. Io affronterò il processo nelle aule dei tribunali da cittadino massacrato preventivamente sui media ma da cittadino incensurato che rivendica con forza la propria innocenza. Non abbiamo fatto mai fatture false, non siamo amministratori di fatto, non abbiamo fatto bancarotta, non abbiamo lavoratori in nero. Noi non stiamo scappando: chiediamo solo di essere giudicati. Quando arriveremo a sentenza, vedremo quali titoloni ci saranno sui giornali. L’avviso di garanzia apre i giornali per settimane, la notizia di archiviazione va nei trafiletti".

I genitori di Renzi compariranno lunedì 25 febbraio davanti al gip Angela Fantechi, che ha motivato la misura cautelare spiegando che sussisteva il concreto, e attuale pericolo che gli indagati reiterassero i reati per cui sono indagati. La data dell'interrogatorio di garanzia, anticipata oggi da ‘La Nazione', è stata comunicata ieri nella tarda serata ai difensori e confermata stamani da fonti del palazzo di Giustizia. Non si sa ancora dove la coppia sarà sentita: possibile che venga scelto un luogo diverso dalla procura per evitare l'assalto di telecamere e giornalisti, che hanno già assediato l'abitazione dei due, una palazzina di tre piani in campagna. Da fuori si vedono porte e persiane chiuse, sul posto oggi c'è solo qualche cronista e cameraman.

Matteo Renzi non è andato a far visita ai suoi genitori, ma appresa la notizia ha telefonato alla madre. Quindi commenta così in un colloquio con il ‘Corriere della Sera': "L'arresto è un'assurdità totale e quindi è meglio tenere la partita sul piano giuridico. Faranno tanta fatica a giustificare quel provvedimento cautelativo" e "tanto di cappello per il capolavoro mediatico dell'arresto di due settantenni qualche minuto prima delle sette di sera e per l'oscuramento dell'esito del voto dei 5 Stelle, ma io non risponderò alle provocazioni, non farò nessun fallo di reazione".

E ancora: "Se anche i miei venissero condannati, e così non sarà, riceverebbero comunque una pena meno pesante dell'arresto, così dicono gli avvocati. E quindi perché metterli ai domiciliari? Solo per lo spettacolo mediatico" ma "tutta questa storia si rivelerà un boomerang". 

Poi l'affondo ai 5S e a Salvini, in particolare sul processo per il caso Diciotti, schivato dal ministro degli Interni: "C'è chi si salva dai processi" con un voto sul web. "Hanno messo al gabbio mia madre, di più non potevano fare. Ora loro hanno finito e inizio io", "vorrebbero giudicarci tutti nelle piazze populiste e aspettare un mio fallo di reazione. C'è una tale campagna di odio contro di me… Lo sanno anche i sassi dove vogliono andare a parare. Però è da vigliacchi mettere in mezzo la mia famiglia. Se la prendessero con me, avessero questo coraggio. Io sto qui, non mi muovo e non ho paura", "io non mollo, vado avanti come un treno", "se loro sono in questa situazione umiliante è colpa del mio impegno politico di questi anni".

L'inchiesta

I pm contestano loro fatture false per oltre duecentomila euro, che sarebbero state emesse dalla Marmodiv, una delle cooperative coinvolte nell'inchiesta. Oltre a loro due è finito ai domiciliari anche l'imprenditore ligure Mariano Massone, mentre il numero degli indagati complessivo è salito a 18. Nella misura cautelare, i pm fiorentini scrivono che "risulta l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti" negli anni 2014, 2015 e 2016 "per un importo complessivo di 207.067 euro, con un'imposta evasa di 98.140,91 euro di cui 52.515,99 per Ires e 45.624,92 per Iva". Più della metà dell'importo complessivo è stato fatturato nel 2016, con 117.083, mentre nel 2015 sono state emesse fatture false per 64.941 euro e nel 2014 per 25.043,30. Sono oltre 60 le fatture finite sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti. Ma la ‘Marmodiv', per la quale è stato chiesto il fallimento nell'ottobre scorso, secondo l'accusa, sarebbe stata utilizzata per "alleggerire" degli oneri previdenziali e fiscali della società della famiglia Renzi, la ‘Eventi6'.

Sempre secondo l'accusa, i coniugi Renzi sarebbero gli amministratori di fatto anche di altre due cooperative già fallite: la ‘Delivery Service' e la ‘Europe Service'. La prima venne costituita nell'aprile 2009 da 10 soci, sei dei quali residenti a Rignano sull'Arno, il paese dei Renzi. Da quanto ricostruito dai magistrati, molti dei soci fondatori non avrebbero neppure saputo di esserlo. La Delivery venne poi abbandonata e fatta fallire. Da lì è partita l'inchiesta che ha portato alle misure cautelari eseguite lunedì sera. Stesso destino ha avuto la Europe Service e la stessa fine sarebbe toccata alla Marmovid.

La mamma di Renzi rischia processo anche a Cuneo

Il tribunale di Cuneo deciderà il 28 febbraio sulla richiesta di rinvio a giudizio di Laura Bovoli. La madre dell'ex premier Matteo Renzi, è accusata anche di concorso in bancarotta fraudolenta per i contatti con una società cuneese, la Direkta Srl, fallita nel maggio 2014 e coinvolta in una vicenda di fatture false. La notizia dell'indagine che coinvolge anche la signora Renzi, è stata data dal quotidiano La Stampa. La donna, in particolare, è accusata di aver contribuito a redigere le fatture false. Mirko Provenzano, amministratore della Direkta Srl, è già stato condannato per reati fiscali e ha patteggiato la bancarotta; per Laura Bovoli il procedimento è nella fase dell'udienza preliminare ed ha rischiato di saltare perché i legali di un altro imputato avevano ricusato il gup, sostenendo che si era già espresso in un procedimento collegato. La Corte d'Appello di Torino ha respinto la richiesta.

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