Arrestato Genny a’ carogna per gli incidenti all’Olimpico di Roma
Gennaro De Tommaso, detto Genny a' Carogna, è stato arrestato questa mattina su richiesta della Procura della Repubblica di Roma nell'ambito dell'inchiesta sugli incidenti fuori e dentro lo stadio olimpico di Roma il 3 maggio scorso in occasione della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. In totale sono cinque i provvedimenti cautelari firmasti dal Gip su richiesta della Procura capitolina nei confronti di altrettanti ultras del Napoli accusati di aver partecipato agli scontri a Tor di Quinto durante i quali fu colpito a morte anche il tifoso del Napoli Ciro Esposito. Nelle ordinanze, eseguite dalla digos delle questure di Roma e Napoli, in particolare vengono contestati, a vario titolo, i reati di concorso in resistenza a pubblico ufficiale ed altre "fattispecie" previste dalla normativa speciale sulle competizioni sportive.
Contestati episodi di resistenza alla polizia
Secondo i pubblici ministeri di Roma Eugenio Albamonte ed Antonino Di Maio, che si sono occupati dell'inchiesta, gli ultras si sarebbero resi protagonisti di lancio di materiale pericoloso ed invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive e, nel solo caso di Genny a' Carogna, anche di esposizione di striscioni e cartelli incitanti alla violenza o recanti ingiurie e minacce. Come spiegano i pm capitolini, le ordinanze restrittive fanno riferimento a condotte criminose ulteriori rispetto a quelle in cui ha perso la vita Ciro Esposito. Nel dettaglio, gli arresti si riferiscono a tutta una serie di scontri che hanno caratterizzato il prepartita della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina dello scorso 3 maggio, sia all’interno che all’esterno dello stadio, tra cui "episodi di resistenza nei confronti degli operatori di Polizia da parte di un gruppo di circa 100 ultras capeggiato da De Tommaso Gennaro".
Nessuna trattativa all'Olimpico
I provvedimenti nei confronti di Gennaro De Tommaso e degli altri ultrà partenopei sono arrivati solo oggi perché "inizialmente abbiamo dato priorità all'episodio più grave che si è verificato la sera della finale di Coppa Italia del 3 maggio scorso, ovvero il ferimento di Ciro Esposito". Lo hanno dichiarato i dirigenti della Digos di Roma spiegando l'inchiesta che ha portato all'arresto di Genny a' Carogna. In merito alla presunta trattativa tra polizia e ultrà per far giocare la partita dopo la notizia del ferimento di Esposito, gli inquirenti ribadiscono invece che questa non vi è mai stata. "Non ci fu trattativa. De Tommaso, e lo scrive il gip, ha avuto un comportamento di negazione dell'autorità tanto che chiese di parlare con il capitano del Napoli Hamisk" ha sottolineato il dirigente della Digos di Roma, Diego Parente.
"De Tommaso ha unico mezzo, la violenza"
In effetti, secondo il Gip, De Tommaso ha posto in essere "la propria posizione di negazione di ogni autorità, di disconoscimento di qualsivoglia soggezione all'ordinamento politico-giuridico dello Stato". Per il giudice De Tommaso "ha agito, quale capobranco cui gli altri attribuiscono, per istinto primitivo, carisma e superiorità di posizione, in perfido e attivo disconoscimento sia della sensibilità civile sia dell'autorità della legge, privo, al pari del suo seguito, di istruzione basilare e delle più elementari capacità comunicative, verbali e scritte". Gennaro De Tommaso "ha un unico mezzo disponibile, quello della violenza, espressa di volta in volta attraverso gesti, segnali condivisi dal gruppo, slogan concordati divulgativi di istigazione alla aggressività e grida inneggianti a comportamenti di anarchia rispetto alla comunità civica" sottolinea il Gip nell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell'ultrà partenopeo.