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Approvato il salario minimo per i lavoratori. In Germania

Il Budesrat ha approvato l’introduzione del ‘Mindestlohn’ che prevede la retribuzione minima per ogni lavoratore: dovrà guadagnare almeno 8,50 euro all’ora. La decisionedel salario minimo in Germania giunge al termine di un dibattito durato più di dieci anni e rappresenta la prima vittoria politica della Spd, la formazione di centro sinistra presente nella Große Koalition, dall’inizio del terzo governo Merkel.
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Il salario minimo è legge. In Germania, dal 2015, ogni lavoratore potrà percepire una retribuzione minima di 8,50 euro l'ora a prescindere dalle qualifiche e dal tipo di lavoro. Questa mattina, 11 luglio, il Bundesrat (ovvero il Consiglio federale, dove sono rappresentati i 16 Länder che compongono la Repubblica tedesca), ha dato il via libera definitivo all'introduzione della norma che dà nuovo ordine al quadro normativo di Berlino in tema di tutele sul lavoro. La legge prevede che dal 2016, e ogni due anni, i rappresentanti dei lavoratori e delle associazioni datoriali debbano incontrarsi per riesaminare, modificare o lasciare inalterati i parametri del salario minimo. Per i lavoratori stagionali o a tempo, invece, la legge prevede un periodo di transizione fino al 2017, rimangono fuori da tale tutela i minori di 18 anni.

Salario minimo in Germania: l'accordo politico

Il passo di questa mattina, più formale che sostanziale visto il via libera dato dal Bundestag (il Parlamento) nei giorni scorsi, rappresenta l'atto conclusivo di un dibattito durato più di dieci anni e che ha visto opporsi i favorevoli, in sintesi i rappresentanti del centro sinistra, dei verdi e della sinistra, ai cristiano sociali e ai liberali. L'approvazione della norma rappresenta una delle prime vittorie concrete e spendibili, sul piano elettorale, del centro sinistra tedesco. I progressisti tedeschi, seppur sconfitti nell'ultima tornata elettorale (si ricordi il trionfo di Angela Merkel), ha approfittato del tracollo dei liberali della Fdp (che hanno fallito persino l'obiettivo minimo di superare la soglia del 4 per cento, rimanendo così fuori dal Parlamento), avendo così l'opportunità di poter entrare nel governo di Große Koalition presieduta ancora una volta dalla Cancelliera, ma con la presenza in posti chiave di rappresentanti della Spd. L'assenza di una norma relativa al salario minimo rendeva possibile, secondo i sostenitori della nuova legge, la presenza di grandi disparità all'interno della società tedesca. Era possibile, ad esempio, che i lavoratori dei centri di bellezza o i parrucchieri potessero arrivare a percepire 3 euro l'ora, nonostante le qualifiche acquisite e il rispetto delle altre normative.

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Come si entra nel mondo del lavoro in Germania?

In Germania, infatti, al fine di poter intraprendere qualsiasi tipo di attività lavorativa è necessario concludere un percorso di formazione professionale – noto con il nome di Ausbildung, ovvero addestramento –, attraverso il quale il lavoratore acquisisce le necessarie competenze professionali sufficienti all'esercizio dell'attività lavorativa. Risultava, dunque, poco coerente all'interno della società tedesca la permanenza di tali obblighi formativi che non portassero a remunerazioni considerate adeguate e dignitose. Secondo i detrattori della legge, tuttavia, lo steccato degli 8,50 euro potrebbe far perdere competitività alle migliaia di piccole aziende, in particolar modo artigiane, presenti sul territorio. Il principio dell'autoregolazione del mercato, secondo questa corrente di pensiero, avrebbe continuato a garantire un giusto bilanciamento tra le necessità dei lavoratori e quelle degli imprenditori.

Proprio pochi giorni fa Jens Weidmann, il numero uno della Bundesbank – già noto alle cronache italiane –, ere intervenuto sull'argomento esternando le proprie perplessità su tale novità normativa. Sigmar Gabriel, segretario della Spd, aveva in ogni caso posto l'approvazione del Mindestlohn, ovvero del salario minimo, come una delle condicio sine qua non necessarie alla partecipazione del suo partito al governo della cancelliera Merkel. Dal 2015 la legge entrerà in vigore, seppur per una parte dei lavoratori, e solo dopo potrà essere chiaro se le mossa voluta dal centrosinistra sarà davvero un volano di maggiore uguaglianza all'interno di una società in cui le differenze di classe si notano ancora con grande evidenza, oppure se rappresenterà un freno alle capacità commerciali e produttive tedesche.

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