Approvato il decreto Milleproroghe, i sindaci contro il governo: “Interrotta ogni relazione”
Il Senato ha approvato in via definitiva il decreto Milleproroghe con 151 voti favorevoli, 93 contrari e due astenuti. Il provvedimento (il testo è rimasto uguale rispetto a quello votato dalla Camera) è stato così convertito in legge, non senza polemiche, mosse soprattutto dal Pd su due fronti: quello dei vaccini con il ritorno all’autocertificazione senza l’obbligo vaccinale per l'ingresso a scuola dei bambini almeno fino a marzo, e il taglio dei fondi alle periferie. E proprio su questo punto i sindaci hanno promesso battaglia al governo, decidendo di interrompere ogni interlocuzione con Palazzo Chigi dopo la promessa ricevuta negli scorsi giorni dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
L’Anci ha deciso di sospendere le relazioni istituzionali con il governo, come annunciato dal presidente dell’associazione dei sindaci, Antonio Decaro, al termine della Conferenza unificata: “I sindaci non si fanno prendere in giro, non sapevo che nel contratto di governo fosse stato deciso di strappare tutti i contratti fra istituzioni”, dichiara riferendosi al bando sulle periferie previsto dallo scorso governo e ora cancellato. Negli scorsi giorni Conte aveva promesso un decreto ad hoc per far tornare quei soldi (più di un miliardo di euro) nelle disponibilità dei sindaci. “L’Anci – continua Decaro – riprenderà le relazioni istituzionali con il governo quando ci sarà l'impegno del presidente del Consiglio e quando ritroveremo in un decreto le risorse che sono state tolte ai comuni. Avevo preso l'impegno con il premier che non avrei interrotto le relazioni se nella prima Conferenza unificata e nel primo decreto avessimo trovato la soluzione ai problemi dei comuni. Quella soluzione, prospettata per oggi, non è stata trovata, mi vedo costretto a interrompere le relazioni. Non si posso stracciare i contratti che i sindaci hanno sottoscritto con la presidenza del Consiglio l'anno scorso”.
La risposta del governo ai sindaci
La replica del governo è affidata alla ministra per gli Affari regionali, Erika Stefani: “L’intesa chiesta da Anci sul Dpcm del maggio 2017, il ‘bando periferie' emanato da una legge del precedente governo e dichiarata incostituzionale, non può essere trattata dalla Conferenza unificata ma necessita di un nuovo provvedimento che sarà emanato appena entrerà in vigore la legge di conversione del Milleproroghe appena approvata da Palazzo Madama. La volontà del ministro Erika Stefani e del vice ministro Massimo Garavaglia per trovare una soluzione con Anci è stata massima tanto da inserire nell'ordine del giorno della Conferenza la discussione del punto come richiesto dall'associazione dei comuni. Purtroppo ogni discussione è stata impossibile perché il presidente Antonio Decaro ha abbandonato il tavolo impedendo peraltro la discussione sugli altri punti all'ordine del giorno della conferenza”.