Antonio Megalizzi, l’appello: “Cerchiamo un luminare che lo salvi, prossime 48 ore decisive”
Corsa contro il tempo per salvare Antonio Megalizzi, il giornalista italiano rimasto ferito nel corso dell'attentato al mercatino di Natale di Strasburgo lo scorso martedì 11 dicembre. A parlare è ancora una volta il papà della sua fidanzata, Danilo Moresco, che fa un appello affinché sia data una possibilità di sopravvivenza al 29enne. "Stiamo cercando un luminare, che possa andare a Strasburgo e salvarlo – ha detto all'AdnKronos -. Ce la metterò tutta: ci vorrebbe una equipe di specialisti che possano andare a valutarlo. Dobbiamo trovare persone qualificate. È normale che sentirò anche la famiglia per capire ciò che pensano". L'importante è, comunque, fare in fretta.
Come riporta sempre Moresco, le prossime 48 ore saranno fondamentali per valutare le condizioni di Antonio e decidere se staccare o meno la spina. "La situazione è stabile, stazionaria – aveva commentato qualche ora fa il suocero -. Antonio è in coma farmacologico. Non è cambiato nulla nelle ultime ore. Confermo che Antonio è stato colpito alla testa da un proiettile ma non sono riuscito a capire bene dove, perché è bendato e ha solo il viso scoperto". Alla richiesta di aiuto dei familiari del giornalista 28enne ha già risposto positivamente Marco Cenzato, presidente della Società italiana di Neurochirurgia e primario dell'ospedale Niguarda di Milano. "Sono pronto, già sabato, a volare a Strasburgo per un consulto con i colleghi francesi per valutare la situazione clinica di Antonio Megalizzi", ha detto, pur sottolineando di aver fiducia nelle capacità dei colleghi francesi ai quali offre la sua disponibilità per un confronto per salvare il ragazzo.
Antonio Megalizzi, di Trento, è stato colpito alla testa da un colpo di pistola nel corso dell'attentato al mercatino di Natale di Strasburgo, dove lavora come radiogiornalista. Il ragazzo si trovava insieme a due amiche quando il killer lo ha colpito. "Quell'uomo si è fermato, si è appoggiato al muro e ha preso la mira puntandoci la pistola alla testa. Era freddo, lucido", è stato il drammatico racconto delle due ragazze, Caterina Moser e Clara Stevanato. I tre giovani martedì sera stavano camminando per le strade della cittadina francese dopo un’intervista per Europhonica, il network di radio universitarie per cui lavorano, quando si sono imbattuti improvvisamente nell'attentatore.