Un anno vissuto pericolosamente. Un anno di Governo Monti, ma non solo. Un anno che ha visto il nostro Paese cambiare in modo quasi irreversibile, con la politica attraversata da un vento nuovo, sferzata dalla polemica anticasta e scossa da inchieste, scandali e ribaltoni. Un anno decisivo per l'assetto politico istituzionale dei prossimi anni, con provvedimenti di grandissimo impatto come la riforma del lavoro, la legge di stabilità e la controversa spending review. Ma anche l'anno del rovesciamento delle amministrazioni in Molise, Lombardia e Lazio, con lo scandalo del finanziamento della politica a livello regionale che ha definitivamente spezzato quello che restava del patto tra cittadini, partiti ed istituzioni. E basta una rapida carrellata di immagini, per rendersi conto che, dopo il 2012, dopo questo 2012, il nostro Paese non sarà più lo stesso. O almeno, c'è da sperarlo.
12 gennaio – La Camera rigetta la richiesta di arresto per Nicola Cosentino accusato dalla Procura di Napoli di collusione con i clan casalesi. Una decisione che arriva con voto a scrutinio segreto con 309 No e 298 Sì all'arresto e che dunque sovverte il parere positivo della Giunta per le autorizzazioni a procedere. Nella foto, il deputato del Popolo della Libertà, che si dimetterà poco dopo da coordinatore campano del partito, abbraccia Alfonso Papa, parlamentare coinvolto nello scandalo P4.
4 aprile – Umberto Bossi si dimette da segretario della Lega Nord. Dopo lo scandalo del finanziamento alla Lega Nord, con l'intrecciarsi delle vicende di Belsito, Rosi Mauro e della famiglia Bossi, il Senatur accetta di dimettersi dalla carica di segretario e di investire indirettamente Roberto Maroni quale suo successore. È la fine della pretesa diversità dei "duri e puri" del Carroccio, con il "cerchio magico" spazzato via da inchieste ed intercettazioni.
11 maggio – Alle amministrative vince il centrosinistra, a Parma trionfa il Movimento 5 Stelle. Il turno di ballottaggio delle elezioni amministrative 2012 conferma il successo schiacciante del centrosinistra che conquista Palermo e Genova (al primo turno era invece arrivata la conferma per Tosi della Lega Nord), ma perde il ballottaggio di Parma, dove a trionfare è l'esponente del Movimento 5 Stelle Federico Pizzarotti. Una vittoria che peserà in maniera determinante nella crescita del consenso per il Movimento.
20 giugno – Dal Senato via libera all'arresto di Luigi Lusi. Dopo polemiche controverse, il Senato è chiamato a decidere sulla richiesta di arresto per il senatore Luigi Lusi. Sono 155 i sì all'arresto dell'ex tesoriere della Margherita, 3 soli i contrari. Il Popolo della Libertà infatti sceglie di non partecipare alla votazione.
28 giugno – La Camera approva la riforma Fornero del mercato del lavoro. Uno dei provvedimenti cruciali dell'esecutivo guidato da Mario Monti resterà l'approvazione della riforma del lavoro che porta la firma di Elsa Fornero, oggetto di critiche feroci da parte dei sindacati e frutto di una lunga e complessa mediazione fra Governo e partiti della maggioranza. Alla fine il provvedimento verrà blindato con la fiducia ed alla Camera otterrà 438 sì, 75 no e 28 astensioni.
24 settembre – Il Governatore della Regione Lazio, Renata Polverini, annuncia le sue dimissioni. Lo scandalo rimborsi nel Consiglio Regionale del Lazio porta alle dimissioni dell'ex segretario generale dell'UGL Renata Polverini. La Presidente in realtà formalizzerà l'atto solo molte settimane dopo, dopo aver portato a termine provvedimenti per la riforma del finanziamento della politica regionale e dopo essere stata protagonista di duri scontri con i suoi stessi alleati. In ogni caso, le foto dei "festini improbabili" dei suoi consiglieri (in tenuta da antichi romani) resteranno negli annali, così come il suo tentativo, subito abortito, di presentarsi come la donna in grado di "mandare a casa questa gente".
2 ottobre – Arrestato l'ex capogruppo del Pdl nel Lazio Franco Fiorito. La vicenda dei fondi alla politica regionale nel Lazio porterà poi all'arresto di Franco Fiorito, personaggio divenuto per tanti versi simbolo di "un certo modo di intendere la politica". Sono ormai nella memoria le sue apparizioni nei salotti dei talk show televisivi, con tanto di resoconti di cene e panini con la porchetta, così come per certi versi paradossale è il consenso di cui ha beneficiato in sede elettorale (il consigliere con più preferenze in assoluto).
26 ottobre – Si dimette il Consiglio regionale della Lombardia. Alla fine anche Formigoni si arrende. Dopo aver assistito alla decimazione della sua Giunta e dopo l'incredibile serie di inchieste e provvedimenti giudiziari nei confronti dei consiglieri del Pirellone, è l'affaire Zambetti a dare il colpo di grazia alla maggioranza che sostiene il celeste Formigoni. Il 26 ottobre il cerchio si chiude e comincia la fase di transizione che porterà la Lombardia alle urne il 24 e 25 febbraio (e tra l'altro in pieno scandalo rimborsi con l'inchiesta che coinvolge altri 37 fra consiglieri in carica ed eletti nelle passate consiliature).
29 ottobre – Rosario Crocetta è il nuovo Presidente della Regione Sicilia. Dopo le dimissioni di Raffaele Lombardo, grande attesa per il rinnovo dell'Ars siciliana, un test fondamentale anche a livello nazionale. Lo stesso Angelino Alfano in pratica si giocherà buona parte delle sue chance di guidare il PDL, puntando forte su Musumeci. A vincere sarà però Rosario Crocetta, Governatore senza maggioranza (con il Movimento 5 Stelle primo partito), costretto a cercare un "compromesso di Governo" anche con l'area dell'ex Governatore Lombardo.
2 dicembre – Al Ballottaggio delle primarie del centrosinistra Bersani batte Renzi. Al secondo turno Pier Luigi Bersani batte Matteo Renzi con un buon margine e conquista la leadership della coalizione di centrosinistra alle imminenti politiche del 2013. Una competizione che nel primo turno aveva visto oltre 3 milioni di cittadini recarsi alle urne e che non era stata priva di polemiche furiose sul regolamento e sulla modalità della consultazione. La foto è tratta dal primo dei due duelli televisivi, una delle novità assolute di questa stagione politica, non fosse altro per i toni ed il contegno dei partecipanti (oltre a Renzi e Bersani, anche Vendola, Puppato e Tabacci).
6 dicembre – Al Senato il Pdl non vota la fiducia a Monti sul dl sviluppo. È il momento di svolta della legislatura, con Alfano che in sostanza sfiducia Monti e con i senatori del PDL che non votano la fiducia al provvedimento fortemente voluto dal ministro Passera (che andrà comunque in porto). Ufficialmente lo strappo è dovuto alla stroncatura della candidatura di Berlusconi da parte del ministro Passera. Ma le ragioni sono ben più profonde.
8 dicembre – Monti va da Napolitano e annuncia le dimissioni. Il dl sviluppo ottiene la fiducia, ma la frattura è ormai insanabile e Mario Monti decide di evitare un lento logoramento e comunica al Capo dello Stato l'intenzione di rassegnare le dimissioni dopo l'approvazione della legge di stabilità. Napolitano non può che acconsentire. Quasi contemporaneamente, Berlusconi annuncia il ritorno in campo e la rinuncia definitiva alle primarie del Popolo della Libertà. Nei giorni successivi, una raffica di smentite e "contro – smentite" sul nuovo ritorno in campo del Cavaliere creerà un clima da "confusione organizzata" che monopolizzerà le prime pagine dei giornali. (La foto è del 18 novembre, ennesima fiducia al Governo Monti alla Camera dei Deputati).
14 dicembre – L'Eurovertice del PPE incorona Mario Monti. Se c'era ancora qualche dubbio su quale fosse il "candidato ideale" per guidare il nostro Paese secondo le cancellerie e le istituzioni europee, a fugare ogni dubbio arriva il vertice del Partito Popolare Europeo. La presenza di Monti (che aveva incassato attestati di stima anche dal socialista Hollande, nella foto assieme a Mariano Rajoy) è infatti anche il segno della rottura irreversibile tra i popolari europei e Silvio Berlusconi.
18 dicembre – Marco Pannella al settimo giorno di sciopero della sete. Il leader radicale continua nel suo sciopero della sete per "imporre una seria discussione sui diritti dei detenuti", una battaglia di grande civiltà che troverà il sostegno (seppur indiretto) anche del Presidente Monti. Giorni difficilissimi, con bollettini medici sempre più preoccupanti che lo convinceranno, ad interrompere (temporaneamente) questa estrema forma di protesta.
23 dicembre – La conferenza stampa di Mario Monti. La tradizionale conferenza stampa di fine anno è il vero momento di svolta della politica italiana. A due mesi dalle elezioni politiche il Presidente del Consiglio lancia la sua agenda e fa capire di essere pronto a schierarsi con quelle forze che decidano di sottoscrivere le sue proposte per il Paese. È la "salita in politica del Professore".
23 dicembre – Berlusconi è ovunque. Dall'annuncio del ritorno in campo il Cavaliere ha monopolizzato i salotti televisivi, con 14 apparizioni in 14 giorni. Quella del 23 dicembre è però una data significativa per una serie di ragioni. Dopo le stoccate di Monti in conferenza stampa (e dopo la sua sostanziale emarginazione politica), il Cavaliere è ospite di Massimo Giletti a L'Arena e perde visibilmente il controllo, tradendo un nervosismo per certi versi paradossale.