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Anna Maria Franzoni resta in carcere e “non potrà accudire il figlio”

La “mamma di Cogne” voleva scontare a casa il residuo della condanna per assistere uno dei suoi due bambini. Il tribunale ha detto no perché alla donna è stata tolta la potestà genitoriale. La Franzoni è stata condannata a 16 anni per l’omicidio del piccolo Samuele.
A cura di Biagio Chiariello
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Niente domiciliari per Anna Maria Franzoni. Il tribunale di Sorveglianza di Bologna ha negato la detenzione a casa per la donna che dovrà quindi continuare a scontare in carcere la condanna a 16 anni di reclusione per il delitto del figlio, Samuele Lorenzi, avvenuto il 30 gennaio 2002. La Franzoni  aveva chiesto di scontare a casa il residuo della pena per assistere il più piccolo dei suoi figli, ma i giudici hanno detto "no" dal momento che per lei è decaduta la potestà genitoriale. Un altro duro colpo per la "mamma di Cogne" che già lo scorso luglio si era vista rifiutare dalla Cassazione la possibilità, per almeno i prossimi quattro anni, di poter usufruire di permessi premio per uscire dal penitenziario di Bologna dov'è rinchiusa. Il motivo, secondo la Suprema Corte, era la gravità del reato commesso e il codice fissato dall'ordinamento carcerario nei confronti dei detenuti "pericolosi". Il delitto commesso dalla Franzoni, secondo la Prima sezione penale della Cassazione, è infatti equiparabile a quelli di chi viene condannato per mafia e terrorismo. Per questo motivo, prima di avanzare richieste simili a quelle formulate dalla casalinga 39enne, i condannati devono aver scontato in carcere "almeno metà della pena". La donna deve stare in carcere ancora dodici anni e tre mesi. Quindi dovrà attendere circa quattro anni per provare ad uscire dalla cella e chiedere di trascorrere tre giorni al mese con la famiglia.

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