Andrea Romano (Pd): “Di Maio risponda a Parlamento su azienda di famiglia, M5s abituati a mentire”
Le ultime novità sull’azienda di famiglia del vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, riguardano il sequestro di alcune aree del terreno di cui il padre è co-proprietario. Ma non è questo che interessa al Pd. Che si scaglia, sì, contro il ministro del Lavoro, ma per il suo ruolo nell’azienda e non per ciò che ha fatto il padre. Come spiega il deputato Andrea Romano, intervistato da Fanpage.it. La richiesta del Pd è una sola: Di Maio deve riferire in Parlamento. E raccontare cosa sa dell’azienda, del lavoro in nero al suo interno, dei fabbricati che sembrerebbero abusivi, quando lui era socio e allo stesso tempo parlamentare della Repubblica.
Romano spiega a Fanpage.it: “Noi chiediamo che Di Maio riferisca in Parlamento, deve riferire in Parlamento. Non tanto per ciò che ha fatto suo padre, perché sono quelli del Movimento 5 Stelle che attaccano i padri. Ma ci venga a raccontare cosa sa dell’azienda di cui è socio. È vero che ci sono lavoratori che hanno lavorato in nero? È vero che ci sono terreni con costruzioni abusive? Non è il papà che ci interessa, ma lui”. Il deputato dem sottolinea come ancora non ci sia stata alcuna risposta a questa richiesta. E parla di “imbarazzo” quando Di Maio deve rispondere delle critiche che gli vengono mosse, come dimostrato dallo scontro con il direttore di Repubblica, Mario Calabresi: “Quando Calabresi ha osato criticarlo, la risposta del M5s è stata accusarlo di aver sfruttato la memoria del padre defunto, che noi non definiamo defunto ma assassinato. Usano la denigrazione personale”.
Secondo Romano, Luigi Di Maio “deve parlare davanti alle Camere”, ma comunque le colpe dei padri non possono ricadere sui figli: “Non crediamo che sia questo il metodo da seguire, non siamo come chi ha speculato su questo, noi non spariamo fango, non inquiniamo il dibattito. Noi chiediamo che i politici rispondano. Oggi è uscito sui giornali che è stato pizzaiolo in nero, ma chi se ne importa? Avrà sbagliato, ma a noi interessa sapere cosa ha fatto da parlamentare e da ministro”.
Il deputato del Pd attacca i Cinque Stelle: “La loro è una abitudine a mentire su cosa fanno, ricordo il caso di Bonafede che ha mentito sui suoi rapporti con Lanzalone, quando rispose al Senato di non averne avuti, e poi è stato smentito poco dopo”. Per ora, comunque, è presto per parlare di richiesta di dimissioni: “Valuteremo sulla base della dichiarazioni al Parlamento se chiedere le dimissioni o meno – precisa Romano –. Se mentirà al Parlamento chiederemo le dimissioni. Come dovrebbe dimettersi Bonafede per aver mentito”. E nel caso in cui Di Maio non dovesse rispondere in Parlamento, per il deputato del Pd “sarebbe una violazione molto grave della lealtà dovuta in quanto parlamentare e ministro e dimostrerebbe che il M5s usa le menzogne per difendersi e per attaccare, come nel caso dei padri di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi”. “Noi – conclude – non useremo lo stesso metodo, non è colpa dei padri, sempre che loro ne abbiano avute. Di Maio deve rispondere in Parlamento di quello che ha fatto quando era socio dell’azienda”.