“Ancora troppa repressione” nella Giornata mondiale per i diritti umani
Quando il 10 dicembre di sessantatré anni fa le Nazioni Unite sottoscrissero un documento in cui si riconoscevano a ciascun individuo la libertà fin dalla nascita, uguale dignità e medesimi diritti, protagonista assoluta era la fiducia in un mondo migliore, dopo i terribili anni della II Guerra Mondiale appena trascorsi. Da allora ne sono passati di decenni e i progressi in questa direzione non sono stati uguali in ogni luogo.
Atroci violazioni di tali diritti continuano ad essere compiute, talvolta molto più vicino a noi di quanto si possa credere: basti pensare agli anni '90 ed ai terribili conflitti consumatisi nella ex Jugoslavia, a due passi dall'Italia. O alla repressione patita per anni dai paesi arabi che affacciano sul Mediterraneo, fino alle rivolte del 2011 che hanno, finalmente, spazzato via dispotici regimi, anche se, a fronte di questi successi, restano realtà come la Siria in cui la situazione è ancora gravissima. Oppure ricordare il dramma dei profughi del Sinai, dimenticati dai più e prigionieri del deserto, o il più lontano Uganda dove crimini contro l'umanità vengono commessi da oltre due decenni dall'Esercito di Resistenza del Signore.
Eppure, qualche progresso in questo 2011 c'è stato e l'artefice principale di ciò è stato internet. Navy Pillay, Alto Commissario ONU per i diritti umani, ha riconosciuto l'indiscutibile valore dei social network «grazie ai quali i governi non possono più monopolizzare la diffusione dell'informazione e censurare» e che hanno portato ad un «inaspettato risveglio globale». Del medesimo parere il Segretario Generale dell'ONU: celebrando questo 63° anniversario guardando soprattutto alla Primavera Araba in Medio Oriente dove «i diritti umani sono diventati contagiosi», Ban Ki-Moon ha sottolineato come «i governi non possono soffocare il dibattito pubblico ed eventuali critiche bloccando l'accesso a internet e ai vari social media».
Sappiamo bene che continua a esserci troppa repressione nel mondo, troppa impunità e troppe persone per le quali i diritti umani non sono ancora divenuti realtà… Alla fine di un anno che è stato straordinario per i diritti umani, traiamo forza dagli obiettivi raggiunti finora: nuovi processi di democratizzazione sono stati avviati, sono stati fatti passi avanti sulla responsabilità per i crimini di guerra e contro l'umanità e si è raggiunta una nuova e maggiore consapevolezza dei diritti umani.
Le rivolte del Medio Oriente saranno, dunque, la spinta propulsiva per portare altre parti del mondo a sollevarsi contro l'ingiustizia? Oppure questa forza eversiva verrà soffocata da un nuovo regime dal volto diverso? Questi grandi dubbi accompagnano questa giornata; in cui è bene ricordare, con le parole di Ban Ki-Moon che «I diritti umani appartengono a ciascuno di noi senza eccezioni. Se non li conosciamo, se non pretendiamo che vengano rispettati e se non difendiamo il nostro diritto, e quello degli altri, ad esercitarli, rimarranno solo parole vuote in un documento scritto decine di anni fa».