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Anche per la Sicilia pronto un piano “lacrime e sangue”

Monti incontra Lombardo e strappa “un piano di rientro finanziario e di riorganizzazione della pubblica amministrazione regionale”. Basterà ad evitare il default dell’isola?
A cura di Redazione
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Lombardo-Monti

"Il commissariamento? Ipotesi mai esistita". E' un Raffaele Lombardo sicuro quello che risponde brevemente ai cronisti al termine dell'incontro "chiarificatore" con il Presidente del Consiglio Mario Monti. Un colloquio serrato dopo la lettera di qualche giorno fa in cui il Presidente del Consiglio chiedeva lumi in merito alla "complessa" situazione delle finanze della Regione Sicilia, ad un passo dal baratro del default e nonostante ciò sempre nel vortice delle polemiche a causa della gestione "particolare" della pubblica amministrazione. Così, accanto alla conferma della volontà di Lombardo di dimettersi il 31 luglio, ecco la decisione del Governo di mettere in campo un "piano di rientro finianziario e di riorganizzazione della pubblica amministrazione". A confermarlo nero su bianco è un comunicato ufficiale del Governo in cui si legge:

Un piano di rientro finanziario e di riorganizzazione della pubblica amministrazione regionale, che sia vincolante nei tempi e negli obiettivi, è il risultato dell’incontro tra il Presidente del Consiglio Mario Monti e il Presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo.

L’incontro è stato richiesto dal Presidente Lombardo a seguito della lettera del Presidente del Consiglio a lui rivolta nella quale si esprimeva viva preoccupazione riguardo alla stabilità finanziaria della Regione Siciliana e l’esigenza improcrastinabile di provvedere a un rigoroso piano di riduzione e contenimento della spesa regionale, in simmetria con quanto si sta realizzando a livello nazionale con il decreto legge sulla spending review. Il Presidente Lombardo era accompagnato dal Vice Presidente della Regione e assessore alla sanità Massimo Russo e dall’assessore all’economia Gaetano Armao, insieme al Ragioniere Generale Biagio Bossone. Insieme al Presidente del Consiglio hanno partecipato il Ministro dell’Economia e delle Finanze Vittorio Grilli, il Ministro per gli Affari Regionali Piero Gnudi, Il Ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca e il Sottosegretario alla Presidenza Antonio Catricalà.

Prendendo positivamente atto dell’impegno recentemente avviato dal Governo regionale per la riduzione dell’organico del personale regionale, dei dirigenti e delle società partecipate, nonché dei primi risultati raggiunti nell’ambito del piano di rientro dal disavanzo sanitario, il Presidente del Consiglio ha tuttavia posto l’accento sulla necessità che, parallelamente, parta un processo di confronto serrato, a livello tecnico, per un’analisi di dettaglio di tutte le componenti di spesa del bilancio regionale, volto a garantire un quadro di massima conoscibilità e trasparenza dei dati.

Su questa base, verrà predisposto nei tempi più brevi un programma di riforme strutturali e di riorganizzazione dell’amministrazione pubblica regionale, vincolante negli obiettivi e nei tempi, e costantemente monitorato dalle strutture tecniche del governo nazionale, alla cui realizzazione saranno subordinati i trasferimenti nazionali nel quadro realizzativo del federalismo fiscale. Tale programma dovrà essere finalizzato nelle prossime settimane per essere formalmente sottoscritto dal governo regionale e da quello nazionale.

Insomma, riforme strutturali in attesa che si insedi il nuovo Governo Regionale dopo le elezioni previste per ottobre. Il tutto in nome del contenimento della spesa pubblica e del taglio delle uscite "superflue": un compito gravoso per una Regione che, come dimostrano dossier elaborati nelle ultime settimane, è da questo punto di vista tra le meno virtuose d'Italia.

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