E così alla fine non fu favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il GIP di Catania decide di archiviare l'inchiesta su Open Arms, quella che aveva dato fiato alla bocca di ministri e odiatori seriali, quelli pronti a vedere in ogni dove la criminalizzazione delle ONG come via più facile per solleticare gli stomaci impauriti, quelli che fin dal tempo delle navi come taxi del mare non vedono l'ora che un'inchiesta, un'inchiesta qualsiasi di una nave qualsiasi, possa rendere efficace il proprio messaggio di propaganda e invece ancora una volta rimangono a bocca asciutta, con un buco nell'acqua che ribadisce ancora una volta che le navi nel Mediterraneo provano, nel limite del possibile, come possono, a salvare le vite che l'Europa fa finta di non vedere e che il nostro governo (meglio: il ministro Salvini) vorrebbe indicare come l'unico male di questo Paese affondato nella disumanizzazione, nel cattivismo e nella guerra ai disperati.
Eppure l'archiviazione dell'inchiesta su Open Arms aggiunge macerie su macerie, passerà come un soffio sulle pagine dei giornali e soprattutto tra le notizie dei telegiornali e forse non scalfirà nemmeno l'immagine faticosamente costruita da mesi di retorica anti ONG che sprofonda questo Paese in uno dei momenti più vergognosi della sua storia in termini di solidarietà e accoglienza. Chi vorrà credere alla fiaba delle ONG come amiche degli scafisti non leggerà la notizia oppure si fisserà ancora di più sulla sua tesi delle procure immigrazioniste (eppure c'è il solito prode Zuccaro anche dietro questa inchiesta) e chi vorrà immaginare un complotto interplanetario per la sostituzione dei popoli sarà sempre più convinto che il piano funzioni.
Ci vorranno anni per rendersi conto che la lotta alle ONG è stato il sentiero più veloce e codardo per esimersi dal dare risposte reali al problema dell'immigrazione (che continuerà, e ora con la guerra in Libia forse aumenterà ancora) e per svicolare da una soluzione europea che richiederebbe invece capacità diplomatiche, senso di responsabilità e credibilità. C'è qualcosa di marcio in fondo a un'archiviazione di un'inchiesta che intanto ha già prodotto tutti i danni possibili con i suoi schizzi di fango in giro, tutto intorno, riducendo il salvataggio di vite umane a un ridicolo ring su cui sfidarsi per ottenere un pugno di voti. Ci vorranno anni per capire che abbiamo (e stiamo continuando a farlo) puntato il dito contro il nemico sbagliato, contro chi semplicemente prova (e talvolta non ci riesce) a sostituirsi a una politica che tranquillamente assiste al Mediterraneo come cimitero liquido da sbolognare come un semplice incidente di percorso.
L'inchiesta è chiusa ma la ferita sanguina e sanguinerà ancora a lungo. Siamo nel tempo delle condanne, mica degli assolti.