Anche l’Italia declassata da Standard & Poor’s, mezza Europa a rischio
L'Italia retrocede in B, ma non è il campionato di calcio ma il ben più pericoloso campo della finanzia internationale. Standard & Poor's declassa tutti i grandi paesi dell'Europa a partire dalla Francia a finire allo Stivale. Pochi giorni dopo il vertice tra Mario Monti e Angela Merkel, il nostro Paese scende da A+ a BBB+. Le piazze europee hanno chiuso in ribasso dopo che la notizia del declassamento della Francia a Borse aperte aveva creato scompiglio sui mercati.
Standard & Poor's dopo la chiusura della Borsa di New York alle 22 ha diramato un comunicato con cui annuncia il downgrade di numerosi paesi europei, tra cui l'Italia. Il Governo italiano ha confermato il declassamento, annunciando una risposta dura e unitaria da dare nel corso del prossimo Eurogruppo. Assieme a Spagna e Portogallo, il nostra paese subisce un taglio di due punti. Tagliato anche il giudizio sull'Austria, tiene soltanto quello su Germania, Paesi Bassi e Lussemburgo.
Lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi si è assestato su 487 punti, mentre il nostro debito sovrano è soltanto a tre gradini dall'etichetta “junk”, ovvero spazzatura. Nel settembre scorso, l'agenzia aveva già declassato i nostri titoli di stato da A+ ad A, portandoli ai livelli più bassi di sempre. Critica la situazione della Grecia, tecnicamente già in “default” con titoli a livello CC.
L'agenzia di rating giudica non sufficienti le misure che l'Unione Europea ha preso per gestire la crisi economica internazionale, declassando ben nove paesi su sedici nel vecchio continente. Outlook negativo per 14 nazioni, con giudizio particolarmente rude per l'Italia. Con il governo tecnico guidato da Mario Monti, argomenta S&P's, l'ambiente politico è migliorato poco e le riforme per la competitività del paese troveranno opposizione: “questo aumenta l'incertezza sull'outlook di crescita e quindi sui conti pubblici” si legge nel comunicato.