Ammortizzatori sociali, cosa cambia rispetto ad oggi
La riforma degli ammortizzatori, che entrerà a regime nel 2017, poggerà su un sistema a due pilastri: la cassa integrazione, che, proprio come avviene oggi, sosterrà lavoratori e imprese in temporanea difficoltà; e l'Aspi (Assicurazione sociale per l'impiego) che interverrà in caso di perdita del posto di lavoro. Secondo il Ministro del lavoro Elsa Fornero il nuovo sistema di ammortizzatori sociali arriverà a coprire una platea composta da 12 milioni di persone, a fronte dei 4 attuali.
Ammortizzatori sociali: il quadro attuale- Gli ammortizzatori sociali che costituiscono il sistema attualmente in vigore sono i seguenti: cassa integrazione ordinaria, cassa integrazione straordinaria, cassa integrazione in deroga, indennità di mobilità e indennità di disoccupazione.
- La cassa integrazione ordinaria (Cigo) spetta ai lavoratori di aziende industriali ed edili che rallentano o rallentano l'attività per le condizioni avverse di mercato. Viene erogata dall'Inps, ammonta all'80% della retribuzione complessiva delle ore non prestate e dura al massimo 13 settimane, con proroghe fino a 12 mesi (24 mesi in alcuni casi).
- La cassa integrazione straordinaria (Cigs), come quella ordinaria, è un assegno pari all'80% della retribuzione complessiva delle ore non prestate e viene utilizzata in casi di ristrutturazioni aziendali o chiusura. Dura al massimo 24 mesi. Tra cassa integrazione ordinaria e straordinaria, il lavoratore non può cumulare più di 36 mesi in 5 anni.
- La cassa integrazione in deroga, sempre pari all'80% della retribuzione complessiva delle ore non prestate, riguarda invece quelle imprese (con meno di 15 dipendenti) e quei lavoratori (a tempo determinato, apprendisti, somministrati) che non avrebbero diritto alla Cigo o alla Cigs. Ne possono beneficiare anche le imprese con più di 15 dipendenti che hanno terminato il periodo di cassa integrazione straordinaria. Dura al massimo 12 mesi.
- L'indennità di mobilità, finanziata da Inps e imprese, riguarda i lavoratori che perdono il posto di lavoro a causa di una ristrutturazione aziendale o della chiusura dell'azienda. La sua durata va da 1 a 3 anni e arriva a 4 anni per i lavoratori del Sud del Paese. Nei primi 12 mesi viene corrisposto al lavoratore il 100% della cassa integrazione straordinaria; successivamente si passa all'80%.
- L'indennità di disoccupazione viene corrisposta ai dipendenti licenziati per ragioni non dipese dalla loro volontà. Per i lavoratori che hanno meno di 50 anni, la durata di tale indennità è di 8 mesi ed ammonta, per i primi 6 mesi, al 60% della media delle ultime 3 buste paga; negli ultimi 2 mesi, invece, scende al 50%. Per i lavoratori al di sopra dei 50 anni la durata è estesa a 12 mesi e l'ammontare dell'indennità è del 60% della media delle ultime tre buste paga per i primi 6 mesi, del 50% per i successivi 2 e del 40% per gli altri 4.
Il nuovo sistema poggerà su Aspi e Cigo- Il nuovo sistema degli ammortizzatori sociali, che farà parte della nuova riforma del lavoro, mantiene inalterata la funzione della cassa integrazione ordinaria, prevede l'utilizzo della cassa integrazione straordinaria solo in casi di ristrutturazioni (e non per cessazioni di attività) e introduce l'Aspi, acronimo di Assicurazione sociale per l'impiego, che assorbirà tutti gli altri ammortizzatori sociali oggi in vigore. L'Aspi verrà applicata a tutti i lavoratori senza alcuna distinzione, comprendendo così anche coloro che possono contare su meno anni di esperienza o coloro che hanno contratti atipici e precari. A rimpinguare la platea di beneficiari anche apprendisti e artisti dipendenti. L'Assicurazione sociale per l'impiego avrà una durata di 12 mesi, allungabili a 18 nel caso il lavoratore interessato abbia più di 55 anni. L'indennità ha un tetto massimo di 1.119 euro e viene decurtata del 15% dopo i primi 6 mesi, e di un altro 15% dopo gli altri 6 mesi. Per accedervi sono necessari 2 anni di anzianità e almeno 52 settimane di lavoro nell'ultimo biennio.