video suggerito
video suggerito
L'omicidio Meredith Kercher

Amanda Knox: “Meredith mi manca, mi deprime che il piangerla mi costi critiche”

Dieci anni dopo il delitto di Perugia, dove fu assassinata la studentessa inglese Meredith Kercher, torna a parlare anche l’americana Amanda Knox, per anni accusata di aver ucciso la sua coinquilina e poi definitivamente assolta: “Mi restano minacce e insulti”.
A cura di Susanna Picone
446 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Sono trascorsi dieci anni da quello che è diventato noto come il delitto di Perugia, dove il primo novembre in una casa in via della Pergola fu trovata morta Meredith Kercher, una studentessa inglese che si trovava in Italia per studiare con il programma Erasmus. A dieci anni da quel delitto per il quale sta pagando in carcere l’ivoriano Rudy Guede, tornano a parlare – oltre ai familiari della vittima – anche quelli che sono stati loro malgrado protagonisti di questa vicenda, Raffaele Sollecito e Amanda Knox. Se l’ingegnere pugliese ha ricordato il triste anniversario su Twitter, scrivendo che “niente sembra cambiato” e che venne accusato “di un omicidio che neppure sognerei mai”, l’americana Amanda ha parlato di Meredith in un ricordo pubblicato da Westside Seattle, giornale con cui collabora. A Perugia Amanda Knox era la coinquilina di Meredith Kercher e in seguito alla sua morte fu arrestata, insieme a Sollecito, perché sospettata di averla uccisa (entrambi i giovani sono stati definitivamente assolti). E dieci anni dopo quel delitto Amanda rivendica il suo diritto di poter piangere la scomparsa della sua amica.

Il ricordo di Amanda Knox 10 anni dopo l’omicidio di Meredith

“Le mie memorie di Meredith sono sepolte sotto le orribili foto dell’autopsia, gli insulti verbali e le minacce di morte che ho ricevuto (e ancora ricevo), le false accuse, gli anni di carcere che ho sopportato, i processi multipli e i titoli spaventosi che sovrapponevano i nostri nomi e le nostre facce, ingiustamente, confondendo la sua morte con la mia identità”, ha scritto l’americana. E ancora: “Mi deprime sapere che il piangerla mi costi critiche per ogni cosa che io oggi dica o non dica. Ma ancora più deprimente è il fatto che Meredith oggi non sia qui, mentre meriterebbe di esserci. Mi manca e le sono grata per il ricordo dei tempi passati insieme”.

446 CONDIVISIONI
231 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views